Francesco contro lavoro nero e precariato: «Vergognoso!»

Ricevendo in udienza dipendenti e dirigenti Inps, il Papa si è espresso contro le «piaghe» del mondo del lavoro, dalla disoccupazione alle scarse garanzie

Ricevendo in udienza dipendenti e dirigenti dell’Inps, il Papa si è espresso contro le «piaghe» del mondo del lavoro, dall’insufficienza occupazionale alle scarse garanzie

Tutta incentrata sul «diritto al riposo» la riflessione proposta da Francesco ai ventitremila dipendenti e dirigenti dell’Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), giunti da tutta Italia per l’incontro di sabato mattina, 7 novembre, in piazza San Pietro. Una riflessione calata nella realtà della «società odierna, con la criticità dei suoi equilibri e la fragilità delle sue relazioni», e di un mondo del lavoro «piagato dall’insufficienza occupazionale e dalla precarietà delle garanzie che riesce a offrire». Esiste «un diritto sacrosanto al risposo – le parole del pontefice -. Ma non c’è riposo senza lavoro».

Francesco ha evidenziato come «Dio chiamò l’uomo al riposo», che è quindi «una dimensione umana e divina allo stesso tempo». Proprio per questo «l’esigenza di santificare il riposo si lega a quella, riproposta settimanalmente dalla domenica, di un tempo che permetta di curare la vita familiare, culturale, sociale e religiosa». Oggi però, in una situazione in cui «disoccupazione, ingiustizia sociale, lavoro nero, precarietà nel lavoro» sono tanto forti «come posso io risposarmi?». La risposta del pontefice: «Possiamo dire che è vergognoso».

Parole forti da Francesco anche in difesa dell’occupazione femminile, con l’invito a tutelare le donne e il lavoro delle donne. Non manchi tra le vostre priorità – ha esortato i rappresentanti dell’Inps – un’attenzione privilegiata per il lavoro femminile, nonché quell’assistenza alla maternità che deve sempre tutelare la vita che nasce e chi la serve quotidianamente». Ancora, «vostro difficile compito è contribuire affinché non manchino le sovvenzioni indispensabili per la sussistenza dei lavoratori disocucpati e delle loro famiglie», in un momento storico in cui le esigenze assistenziali sono in aumento, «per chi ha perso o non ha mai avuto un lavoro» e «per chi è costretto a interromperlo per i motivi più diversi».

Fra i diritti irrinunciabili elencati dal pontefice, «l’assicurazione per la vecchiaia, la malattia, gli inforuni legati al lavoro», ma soprattutto «il diritto alla pensione». Quindi, rivolto ai lavoratori dell’Inps: «Siate consapevoli dell’altisisma dignità di ciascun lavoratore al cui servizio voi prestate la vostra opera, sostenendone il reddito durante e dopo il periodo lavorativo contribuite alla qalità del suo impegno come investimento per una vita a misura d’uomo».

9 novembre 2015