Gaza: bombardata la scuola delle Suore del Rosario

La struttura colpita dai raid il 4 novembre. Bombe anche su scuole dell’Unrwa e sull’università Al-Ashar. Suor Nabila: «A Gaza non è rimasto nulla. Imploriamo le parti in lotta di fermare questo massacro prima che Gaza muoia del tutto»

La notizia è arrivata all’Agenzia Sir direttamente da suor Nabila Saleh, la preside della scuola più grande della Striscia di Gaza, con 1.250 alunni, per lo più musulmani: la mattina del 4 novembre «raid israeliani hanno colpito la nostra scuola  delle Suore del Rosario di Gerusalemme nella zona di Tel al-Hawa danneggiando il grande cortile esterno e arrecando danni alle strutture circostanti».

La religiosa, attualmente sfollata nella parrocchia della Sacra Famiglia, è stata avvisata dai giovani che si trovavano nella struttura facendo la guardia per evitare saccheggi. «Purtroppo le comunicazioni sono interrotte in quella zona perché sono ancora in corso i bombardamenti ed è impossibile andare per vedere i danni subiti», ha riferito al Sir. E ha parlato anche di bombe su scuole dell’Unrwa e «sull’università Al-Azhar, dell’Autorità palestinese». Suor Nabila ricorda la sua scuola come «la più bella e attrezzata della Striscia. Avevamo anche pannelli solari, donati dalla Cei con i fondi 8×mille, che fornivano luce e ci permettevano di fare lezione anche quando non c’era elettricità. Colpire le scuole significa colpire anche il futuro dei giovani di Gaza. Mi chiedo perché distruggere le scuole, cosa vogliono ottenere?».

Dopo quasi un mese di guerra, «a Gaza non è rimasto nulla, la maggioranza della popolazione ha perso l’abitazione, non ci sono più scuole, gli ospedali sono al collasso e non riescono a curare malati e feriti, le strade non esistono più, non c’è più niente. Nel compound parrocchiale cerchiamo di andare avanti – ha affermato -. Questa notte è trascorsa interamente sotto le bombe, i bambini sono terrorizzati, gridano e piangono. Abbiamo paura noi che siamo adulti, pensate a cosa stanno vivendo i bambini. Imploriamo le parti in lotta di fermare questo massacro prima che Gaza muoia del tutto».

6 novembre 2023