Guerra e instabilità, 4,5 milioni i bambini in fuga
La “mappa” di Unicef: scappano da Afghanistan, Somalia, Sud Sudan, Sudan e Siria. Rischiano di essere rapiti, mutilati, reclutati e di morire
La “mappa” di Unicef: scappano da Afghanistan, Somalia, Sud Sudan, Sudan e Siria. Rischiano di essere rapiti, mutilati, reclutati e di morire. Il loro viaggio è pieno di pericoli
Sono almeno 4,5 milioni di bambini a lasciare la propria casa. I minori sono in fuga da Afghanistan, Somalia, Sud Sudan, Sudan e Siria. A costringerli a lasciare la propria casa sono conflitti e generali condizioni di instabilità. Dall’inizio del 2015, mezzo milione di persone hanno attraversato il Mediterraneo verso l’Europa: circa un quinto sono bambini. A presentare queste stime è l’Unicef, che ha anche diffuso la “mappa” di queste fughe.
In Siria, un conflitto giunto al suo quinto anno ha costretto più di 4 milioni di persone a fuggire in campi profughi, rifugi di fortuna, e comunità di accoglienza in Giordania, Iraq, Libano e Turchia. In Afghanistan – secondo Paese al mondo per numero di rifugiati fuggiti – oltre 2,6 milioni hanno lasciato il Paese. In Somalia, il conflitto, l’instabilità e la crisi alimentare hanno spinto quasi 1 milione di somali – metà dei quali bambini – fuori dai confini nazionali. In Sudan quasi 666mila persone sono fuggite dal conflitto. Inoltre, circa 760mila persone, due terzi dei quali bambini, sono fuggite dal Sud Sudan a causa del conflitto scoppiato nel dicembre 2013. «Foto strazianti hanno contribuito a sensibilizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sul destino dei bambini coinvolti nella crisi europea dei rifugiati, ma la questione va ben oltre i confini dell’Europa», ha detto Afshan Khan, Direttore dei programmi di emergenza dell’Unicef. «Il mondo – aggiunge Khan – sta affrontando la più grande crisi dei rifugiati dalla seconda guerra mondiale, con milioni di famiglie costrette a fuggire dalle loro case a causa di conflitti e persecuzioni».
I bambini che vivono nei Paesi in conflitto sono sotto attacco quotidiano. Rischiano di essere rapiti, mutilati, reclutati e di morire. Il loro viaggio verso la sicurezza è pieno di pericoli. Sia che fuggano via mare o via terra – ricorda l’organizzazione umanitaria sollecitando azioni di supporto e contenimento – sono spesso alla merce’ di contrabbandieri e devono affrontare i disagi fisici e psicologici causati dalla guerra e della fuga.
30 settembre 2015