Ucraina – Russia: si valuta la revoca per Kiev all’uso di armi occidentali
Mentre il conflitto sembra spostarsi sempre più verso l’area di Kharkiv, accreditando l’ipotesi di nuova grande offensiva in primavera-estate, a livello internazionale si discute della possibilità del via libera al sostegno all’Ucraina «a un nuovo livello»
Si stringe la tenaglia di Mosca sul Kharkiv. Secondo un’analisi di France Press, in una settimana l’esercito russo avrebbe conquistato 278 chilometri quadrati di territorio: una pressione, quella intorno al capoluogo del nord-est, funzionale a fiaccare i reparti di Kiev nella controffensiva sulle regioni di Donetsk e Lugansk. Tanto che lo stesso presidente ucraino Zelensky ha parlato di «situazione difficile ma sotto controllo».
Lo scenario è in continua a evoluzione ma sembra sempre più accreditata l’ipotesi avanzata da Kiev di una nuova grande offensiva della Russia in primavera-estate. Per contrastarla, il presidente Usa Joe Biden sembra deciso a prendere in considerazione, riferisce il Washington Post, due contromisure: punire la Cina per aver fornito tecnologia chiave a Mosca e revocare i limiti all’uso da parte dell’Ucraina delle armi “a corto raggio” statunitensi per attaccare all’interno della Russia.
Allo stesso modo, il governo polacco, attraverso il vice ministro della Difesa Cezary Tomczyk – raggiunto da Radio Zet -, ha dichiarato che «non ci sono restrizioni sulle armi polacche fornite all’Ucraina», che quindi possono essere utilizzate per attaccare strutture sul territorio russo. Ma l’invito a «considerare alcune delle restrizioni» all’uso delle armi da parte di Kiev era arrivato già nei giorni scorsi dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, a margine della sessione di primavera dell’Assembla parlamentare dell’Alleanza atlantica. «L’Ucraina ha le mani legate», ha detto, aggiungendo subito dopo che «spetta agli Alleati decidere sulle restrizioni» all’uso delle armi consegnate a Kiev. «Il mio messaggio è che penso che sia giunto il momento di considerare alcune delle restrizioni, perché l’Ucraina ha diritto all’autodifesa e, secondo il diritto internazionale, questo include il diritto di colpire obiettivi militari legittimi al di fuori dell’Ucraina», ha evidenziato.
Per il presidente russo Putin, «l’invio di truppe occidentali in Ucraina» sarebbe «un altro passo verso un conflitto globale». Poi, a proposito di Stoltenberg, la nota: «Lo ricordo quando era primo ministro norvegese e ancora non soffriva di demenza…». Ma anche dal cuore dell’Ue, sul via libera all’uso delle armi occidentali contro la Russia l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell si schiera sulla stessa linea, sostenendo che «è caduto il veto di alcuni Paesi membri. Nessuno forzerà questa decisione a livello europeo». Il titolare della Farnesina Antonio Tajani però chiama fuori l’Italia: «La sua posizione sulle armi non è la nostra». Diversa la posizione di Germani e Francia: «Uniti sul sostegno a Kiev a un nuovo livello». E la Svezia annuncia aiuti militari all’Ucraina per 1,16 miliardi di euro.
Dalla Casa Bianca intanto arriva l’annuncio che gli Stati Uniti saranno rappresentanti al prossimo vertice di pace in programma in Svizzera il 15 e 16 giugno, a cui hanno confermato la partecipazione 50 Paesi. «”Come sapete, abbiamo partecipato attivamente a ciascuno dei precedenti vertici di pace ucraini. Il governo degli Stati Uniti vi partecipa. E saremo rappresentati al prossimo vertice», sono le parole dell’addetta stampa della Casa Bianca Karin Jean-Pierre, che aggiunge: «È importante per noi continuare a garantire che l’Ucraina abbia tutte le capacità per difendersi, per garantire una pace giusta e duratura».
29 maggio 2024