I giovani di Roma pellegrini sulle orme di Francesco, Chiara e Carlo Acutis
Il cardinale De Donatis nella Messa con i 450 partecipanti: «Lasciatevi prendere per mano dai tre santi. Apritevi a progetti grandi. Non abbiate paura di essere servi che hanno mani capaci di condividere, una mente che sa pensare il bene e piedi che corrono verso l'altro»
Sono tante le istantanee che raccontano la giornata di sabato 16 ottobre e i 450 giovani della diocesi che si sono recati nella città di san Francesco, di santa Chiara e del beato Carlo Acutis. Lo scatto che più racconta del pellegrinaggio ad Assisi, promosso dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile e organizzato nei dettagli e con cura dall’Opera romana pellegrinaggi, è quello finale. I volti sorridenti di tutti i partecipanti sono ritratti nel piazzale adiacente alla basilica inferiore di San Francesco – dove riposano le spoglie mortali del poverello di Assisi – mentre il sole al tramonto illumina le bianche pietre della basilica superiore. Tra i tanti sorrisi, che trasmettono la gioia per l’esperienza vissuta, c’è anche quello del cardinale vicario Angelo De Donatis, che a conclusione della giornata ha celebrato la Messa proprio nella basilica che custodisce la tomba del patrono d’Italia.

«Carissimo amico, carissima amica – ha detto all’inizio della sua omelia il porporato rivolgendosi ai giovani -, sono contento di essere qui con voi in una terra impregnata dall’esempio di Francesco, di Chiara e di Carlo Acutis, che oggi ci chiedono di cambiare il cuore e il nostro modo di stare davanti a Gesù». Facendo riferimento al Vangelo di Marco, relativo alla richiesta degli apostoli Giacomo e Giovanni di sedere uno alla destra e uno alla sinistra di Cristo nella sua gloria, De Donatis ha spiegato che «questi due fratelli hanno sbagliato bersaglio, hanno manifestato e scoperto la voglia di essere primi e di dominare sugli altri». Parlando a ciascuno dei presenti, ha continuato: «Se anche tu ti senti di andare davanti al Signore per chiedergli di farti essere il migliore, lasciati prendere per mano dai tre santi, che sono capaci di metterti in contatto con la sorgente della verità, e fermati un momento», perché «se vai a fondo nel tuo cuore, ti accorgi che le tue domande sono più vere». Ancora, De Donatis ha esortato ogni giovane: «Lascia venire alla luce l’acqua buona. Gesù ti dice che tu vali, che sei prezioso e lo sei a tal punto che non puoi sprecarti con il fango del potere, del successo e dell’egoismo. Non ti accontentare di un successo che si ferma a metà della salita e non ti fa innamorare del paesaggio. Apriti a progetti grandi, apri la tua intelligenza con il coraggio di Francesco, Chiara e Carlo e non accontentarti di respirare dell’aria che ti inquina anche se sembra farti bene». Quindi il cardinale, presentando ai ragazzi due possibilità – «sprecare la vita o farne un regalo generoso, un servizio» – ha spiegato come solo «dimenticando se stessi ci si ritrova nella fraternità del servizio» e che «è donando che si riceve», sull’esempio di san Francesco, «che insegna a dilatare il cuore». Infine, il monito: «Non abbiate paura di essere servi che hanno mani capaci di condividere, una mente che sa pensare il bene e piedi che corrono verso l’altro. Non sarete mai ultimi quando vi farete umili di cuore. Non sedetevi soli nella casa dell’egoismo, nella banalità di cercare voi stessi».

Partiti da Roma alle 8, anche al loro arrivo a Santa Maria degli Angeli, nella tarda mattinata, i ragazzi avevano ricevuto parole di incoraggiamento per vivere in profondità non solo l’esperienza del pellegrinaggio ma anche la loro vita. Ad accoglierli nel piazzale antistante la basilica dove è conservata la Porziuncola – la piccola chiesa tra le cui mura san Francesco comprese la sua vocazione, accolse Santa Chiara e i primi frati e ricevette il famoso Perdono di Assisi -, il vescovo di Assisi Domenico Sorrentino, che ha consegnato ai giovani l’immagine della strada e del cammino perché «il Dio dell’immensità e dell’infinito si è messo in cammino, e quanto e come ha camminato per le strade della Palestina, arrivando a dire di essere lui stesso la via». Poi, guardando alla figura di Carlo Acutis, il giovane morto a 15 anni per una leucemia fulminante, nel 2006, beatificato lo scorso anno e per suo desiderio sepolto ad Assisi, nella chiesa della Spogliazione, ha ricordato come considerasse l’Eucaristia «la sua autostrada per il Paradiso, presentando in modo originale un simbolo teologicamente denso». Ancora, a sorpresa, a Santa Maria degli Angeli anche l’incontro con un gruppo di pellegrini di Perugia, accompagnati dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che ha augurato ai ragazzi di «non smettere mai di cantare nonostante tutte le difficoltà che dovrete affrontare, come i mesi duri della pandemia che vi ha costretti alla solitudine. San Francesco è il santo del canto e della lode».
Da Santa Maria degli Angeli, dopo il passaggio della Porziuncola, il gruppo si è quindi messo in cammino, tra canti e chiacchiere condivise, verso il centro di Assisi per raggiungere, dopo il pranzo al sacco negli spazi verdi del Seminario Regionale, prima la basilica di Santa Chiara – con la preghiera sulla tomba della fondatrice dell’ordine delle clarisse e al crocifisso di San Damiano, l’icona davanti alla quale, raccolto in preghiera, san Francesco ricevette la richiesta del Signore di riparare la sua Chiesa – poi la tomba del millennial beato Carlo Acutis, sepolto dal 6 aprile 2019 nel Santuario della Spogliazione, nei pressi del quale Francesco si spogliò dei suoi sontuosi abiti, scegliendo la via dell’umiltà e della povertà. Uno ad uno i 450 giovani pellegrini, con al collo o tra i capelli i foulard colorati che identificavano i loro gruppi di provenienza, si sono accostati al monumento funebre in marmo bianco, sostando silenziosamente in preghiera. «Le parole di Carlo e il suo esempio – ha detto Stefano, 19 anni, della parrocchia di Santa Chiara a Vigna Clara – ci testimoniano un modo di vivere a cui anche noi dovremmo aspirare» mentre Camilla, 18 anni, di San Gaetano, nel quartiere Fleming, prova per Carlo Acutis «profonda tenerezza», sentendolo «molto vicino , come se fosse tra noi, come se qui ad Assisi ci avesse accolti lui, a casa sua». Al pellegrinaggio, che don Alfredo Tedesco, direttore del Servizio per la pastorale giovanile del Vicariato, ha definito «una vera e propria giornata di Paradiso», ha partecipato anche Augusto, 21 anni, della parrocchia di Santa Gemma Galgani, nel quartiere Monte Sacro. È partito da solo, spinto dai genitori, «per vivere un’esperienza di amicizia e per conoscere nuove persone, dopo il tempo lungo di isolamento della pandemia».
18 ottobre 2021