Intensificare la preghiera e il digiuno, «nel periodo delle difficili prove per il nostro Stato». È l’invito che arriva dai vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina al loro popolo, in una lettera di cui dà notizia l’Agenzia Sir. «Alla Vigilia dell’Avvento – scrivono i presuli -, la nostra patria sta sperimentando un altro Calvario», ovvero «l’aperta manifestazione di aggressione da parte della Federazione Russa, che ha raggruppato una grande forza militare ai confini con il nostro Paese». Metà delle regioni sono ora sotto legge marziale.
I vescovi sottolineano che la comunità internazionale ha condannato il gesto e allo stesso tempo «assicurano preghiera rafforzata per la difesa dall’aggressione straniera e per il ripristino della pace e dell’integrità del nostro Paese». Ancora, rimarcano che «il popolo ucraino ha il diritto e il sacro dovere di difendere la propria patria», chiedono ai cittadini ucraini di comprendere «alcune restrizioni» portate dalla situazione nel quotidiano e invitano a «non cedere all’ansia diffusa, in particolare, da quanti stanno cercando di seminare panico e senso di disperazione nei nostri cuori». E, a garanzia della «vittoria definitiva del popolo e dello Stato sulle forze delle tenebre e del male, citano «la nostra esperienza precedente, quando, grazie a Dio, con spirito di amore e sacrificio per la nostra patria e grazie alla solidarietà, abbiamo superato insieme le minacce e le sfide estremamente difficili».
L’aggressione russa però, proseguono, «ha dimostrato che il pericolo per la nostra indipendenza e integrità territoriale» non è dissolto ma è persino intensificato, e che i militari hanno bisogno del «sostegno di solidarietà, di preghiera e digiuno». Proprio per questo, è l’esortazione, «in questo momento difficile per il nostro popolo continuiamo a chiedere al Signore la vittoria sulle insidie dell’aggressore esterno, la pace per la nostra terra». Di qui la richiesta di «osservare fedelmente, e, se è perduta, di ripristinare necessariamente la pratica della preghiera quotidiana e del rigoroso digiuno per la pace e liberazione del nostro Paese dalla aggressione russa», perché «preghiera, digiuno e carità sono il nostro punto di controllo spirituale, e, se lo seguiamo fedelmente, avviciniamo il tempo della liberazione e della pace tanto attesa».
Nella lettera, i vescovi si appellano anche ai politici ucraini perché «non speculino in questa difficile fase di formazione del nostro Stato abusando delle disgrazie della gente per assicurarsi un loro tornaconto miope» e affinché «si consolidino nella tutela e nel rafforzamento della nostra indipendenza». Ma un appello va anche alla comunità internazionale, «affinché compia sforzi efficaci per liberare dalla prigionia tutti i nostri ostaggi», compresi quelli della Marina Militare. «Nonostante le manifestazioni di moderne azioni aggressive contro il nostro Paese e la sua popolazione – concludono i presuli -, va ricordato che queste azioni hanno le loro radici spirituali: nei cuori dei criminali e degli aggressori posseduti dalle forze del male».
5 dicembre 2018