Il cardinale Matteo Maria Zuppi è il presidente della Cei

Lo ha nominato il Papa, scegliendolo tra la terna presentata dai vescovi riuniti nella 76ª assemblea. Romano, classe 1955, sacerdote dal 1981 e parroco a Trastevere e a Torre Angela, ha ricevuto l’ordinazione episcopale nel 2012. Dal 2019 è cardinale con il titolo di Sant’Egidio

La Conferenza episcopale italiana ha un nuovo presidente: è il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, romano di nascita e di formazione pastorale. Lo ha annunciato il presidente uscente Gualtiero Bassetti, dando lettura della comunicazione ricevuta da Papa Francesco, che lo ha scelto tra la terna eletta dai vescovi riuniti in assemblea, secondo quanto previsto dallo Statuto.

La storia spirituale e pastorale del cardinale Matteo Maria Zuppi prima della sua nomina ad arcivescovo di Bologna si è sviluppata interamente a Roma, anche se fu ordinato sacerdote a Palestrina. Il cardinale è profondamente legato alla città in cui è nato l’11 ottobre 1955, quinto di sei figli. Una famiglia radicata nella fede: il padre, Enrico, giornalista e fotografo, da giovane conobbe don Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI, e il presidente della Fuci Igino Righetti, impegnandosi con loro in opere di assistenza e apostolato nella periferia romana della prima metà del Novecento. La madre, Carla Fumagalli, era nipote del cardinale Carlo Confalonieri.

Un cattolicesimo impegnato è dunque il retroterra culturale e morale del giovane Matteo Zuppi che nel 1973, studente al liceo Virgilio, conosce Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio. È l’inizio di un rapporto che si andrà rinforzando nel tempo grazie all’impegno nelle attività al servizio degli ultimi e degli emarginati: bambini delle baraccopoli romane, anziani soli, senzatetto, malati terminali, disabili e tossicodipendenti, rom. Un impegno costante che non gli impedisce di laurearsi ad appena 22 anni in Lettere con una tesi in Storia del cristianesimo.

Il percorso verso il sacerdozio è quasi uno sbocco naturale: una volta laureato, Zuppi entra nel seminario della diocesi suburbicaria di Palestrina e studia alla Pontificia Università Lateranense fino al baccellierato in Teologia. L’ordinazione avviene a Palestrina il 9 maggio 1981, nella cattedrale di Sant’Agapito, per le mani del vescovo Renato Spallanzani. Ma il lavoro pastorale di Zuppi è a Roma, ancora nel solco della Comunità di Sant’Egidio. È infatti nominato viceparroco di Santa Maria in Trastevere, accanto all’allora parroco Vincenzo Paglia. E gli succede nel 2000 quando Paglia viene eletto vescovo. Resta nella basilica 19 anni da vice e 10 da parroco, fino al 2010. Dal 2000 al 2012 succede a Paglia anche nel ruolo di assistente ecclesiastico generale di S. Egidio. Tra il 1991 e il 1992 è tra i mediatori, insieme a Riccardi, dei negoziati che portano alla firma dello storico accordo di pace in Mozambico dopo decenni di sanguinosa guerra civile.

Nel 2010 lascia S. Maria in Trastevere ancora in direzione della periferia romana: va a Torre Angela, parroco di Santi Simone e Giuda Taddeo. Nel frattempo, dal 1995 al 2012, è anche membro del consiglio presbiterale diocesano. Un pastore «con l’odore delle pecore», come piace ripetere al Santo Padre: il suo è un impegno costante a favore degli “scartati”. Ma l’esperienza nella vasta comunità sulla Casilina dura poco: il 31 gennaio 2012 Benedetto XVI lo nomina, infatti, vescovo titolare di Villanova e ausiliare di Roma, settore centro. Il 14 aprile successivo riceve l’ordinazione episcopale dall’allora cardinale vicario Agostino Vallini, co-consacranti l’arcivescovo Giovanni Battista Pichierri e il vescovo Vincenzo Paglia.

Anche in questo caso il suo ministero è relativamente breve perché dopo 3 anni, il 27 ottobre 2015, Papa Francesco lo promuove arcivescovo di Bologna, dove subentra al cardinale Carlo Caffarra. Il 1° ottobre 2017 accoglie nel capoluogo emiliano il S. Padre in occasione della chiusura del Congresso eucaristico diocesano. Lo stesso pontefice lo crea cardinale nel concistoro del 5 ottobre 2019, del titolo di S. Egidio. L’ultimo romano ad essere creato cardinale prima di Zuppi era stato Fiorenzo Angelini nel 1991.

Ma per tutti, anche oggi, resta “don Matteo”. La dimostrazione forse più eclatante si è avuta in occasione del conferimento della berretta cardinalizia. Le cosiddette “visite di calore”, durante le quali si omaggiano i neocardinali, nell’aula Paolo VI, sono state per Zuppi una dimostrazione dell’immenso affetto nei suoi confronti non solo da parte dei fedeli bolognesi ma anche dei tanti amici e parrocchiani romani che ha saputo conquistare con il suo stile. Fatto di «umiltà, simpatia empatica e coraggio creativo». Così lo descrisse a Roma Sette, all’annuncio della porpora, il suo amico e successore alla guida di Santa Maria in Trastevere, don Marco Gnavi. Doti che ora potrà mettere anche al servizio della Conferenza episcopale italiana.

24 maggio 2022