Il Papa: «Quella di Lisbona, la Gmg migliore che ho visto»

Nel volo di ritorno dal Portogallo, lo scambio con i giornalisti. «A Fatima ho pregato per la pace», ha confidato Bergoglio, ribadendo la preoccupazione per la depressione tra i giovani, ma anche per gli abusi sui minori. «La Chiesa è madre»

Sul volo di ritorno da Lisbona, dove ha presieduto la Giornata mondiale della gioventù, ieri, 6 agosto, Papa Francesco ha fatto, come consuetudine, il punto con i giornalisti. E ha spiegato, tra le altre cose, la sua preghiera in silenzio nel santuario di Fatima. «Ho pregato, ho pregato. Ho pregato la Madonna e ho pregato per la pace. Non ho fatto pubblicità. Ma ho pregato. E dobbiamo continuamente ripetere questa preghiera per la pace – ha esortato -. Lei nella prima guerra mondiale aveva chiesto questo. E io questa volta (questo) ho chiesto alla Madonna. E ho pregato. Non ho fatto pubblicità».

Ai giornalisti presenti sul volo papale, Bergoglio ha riferito di aver ricevuto, nelle sue giornate in Portogallo, «in maniera molto riservata», un gruppo di persone che sono state abusate. «Come sempre faccio in questi casi – ha spiegato -, abbiamo dialogato su questa peste, questa tremenda peste. Nella Chiesa si seguiva più o meno lo stesso comportamento che si segue attualmente nelle famiglie e nei quartieri: si copre… Pensiamo che il 42% degli abusi avviene nelle famiglie o nei quartieri». Il pontefice ne è convinto: «Dobbiamo ancora maturare e aiutare a scoprire queste cose. Dallo scandalo di Boston la Chiesa ha preso coscienza che si doveva prendere il toro per le corna. Due anni e mezzo fa c’è stata la riunione dei presidenti delle Conferenze episcopali, dove sono state fornite anche delle statistiche ufficiali sugli abusi. Ed è grave, la situazione è molto grave – ha affermato -. Nella Chiesa c’è una frase che stiamo usando continuamente: tolleranza zero. È molto duro il mondo degli abusi e per questo, esorto a essere molto aperti su tutto questo», ha aggiunto.

Dicendosi tranquillo per come sta andando il processo nella Chiesa portoghese, Francesco ha poi chiesto ai giornalisti di collaborare «perché tutti i tipi di abuso possano essere risolti, l’abuso sessuale, ma non è l’unico. Ci sono anche altri tipi di abuso che gridano al cielo: l’abuso del lavoro minorile, l’abuso del lavoro con i bambini, e viene utilizzato; l’abuso delle donne. C’è una cultura dell’abuso che l’umanità deve rivedere e convertirsi».

Bergoglio si è soffermato quindi sulla sua comunicazione con i giovani. «Quando parlo – ha detto – sempre cerco la comunicazione. Voi avete visto che anche nell’omelia accademica qualche scherzo, qualche risata la faccio per controllare la comunicazione. Con i giovani – ha aggiunto – i discorsi lunghi avevano l’essenziale del messaggio e io prendevo lì secondo come sentivo la comunicazione. Avete visto che facevo qualche domanda e subito l’eco mi indicava dove andava la cosa, se era sbagliato o no». Nell’analisi del Papa, «i giovani non hanno molto tempo di attenzione. Pensa che se tu fai un discorso chiaro con un’idea, un’immagine, un affetto, ti possono seguire otto minuti». Quindi ha ricordato l’Evangelii Gaudium per ribadire che «la Chiesa deve convertirsi in questo aspetto dell’omelia: breve, chiara, con un messaggio chiaro, e affettuosa. Per questo io controllo come va con i giovani e li faccio dire. Ma io ho accorciato perché… a me serve l’idea con i giovani».

Rassicurante il passaggio sulla salute. «Sto bene – ha assicurato -. I punti me li hanno tolti, faccio una vita normale, porto una fascia che devo portare per due tre mesi per evitare una eventuale “eventrazione” (nel linguaggio medico: protrusione dei visceri addominali, ndr) fino a quando i muscoli saranno più forti». Quindi, una conferma: «Sono andato a Strasburgo, andrò a Marsiglia, ma in Francia no. C’è un problema che a me preoccupa, che è il problema Mediterraneo. Per questo vado in Francia», ha spiegato.

Nell’analisi di Bergoglio, «è criminale lo sfruttamento dei migranti». Ha ricordato il dramma dei migranti nel deserto tra Tunisia e Libia, l’impegno dell’associazione Mediterranea Saving Humans e quello dei vescovi del Mediterraneo, che coinvolgono «anche qualche politico». Il Mediterraneo, ha proseguito, «è un cimitero, ma non è il cimitero più grande. Il cimitero più grande è il Nord Africa. Io vado a Marsiglia per questo. La settimana scorsa il presidente Macron mi ha detto che è sua intenzione di venire a Marsiglia e sarò lì una giornata e mezza». Alla domanda se ha qualcosa contro la Francia la risposta è stata netta: «No. È una politica. Io sto visitando i piccoli Paesi europei. I grandi Paesi, Spagna, Francia, Inghilterra, li lascio per dopo, alla fine».

Rispondendo alla domanda di una giornalista, il Papa ha ribadito che «la Chiesa è aperta per tutti, poi ci sono legislazioni che regolano la vita dentro la Chiesa. Ognuno incontra Dio per la propria via dentro la Chiesa e la Chiesa è madre e guida ognuno per la sua strada». Per questo, ha aggiunto, «fare una questione: perché gli omosessuali no? Tutti! E il Signore è chiaro: ammalati, sani, vecchi e giovani, brutti e belli, buoni e cattivi!».  Un’altra cosa «è la ministerialità nella Chiesa, che è il modo di portare avanti il gregge e una delle cose importanti è la pazienza nella ministerialità: accompagnare le persone passo dopo passo nella sua via di maturazione. Ognuno di noi ha questa esperienza: che la Chiesa madre ci ha accompagnato e ci accompagna nella propria via di maturazione. A me non piace la riduzione, questo non è ecclesiale, questo è gnostico. È come un’eresia gnostica che oggi è un po’ alla moda. Un certo gnosticismo che riduce la realtà ecclesiale a idee e questo non aiuta. La Chiesa – ha sottolineato – è madre, riceve tutti, e ognuno fa la sua strada dentro la Chiesa, senza pubblicità, e questo è molto importante».

Francesco si è soffermato quindi su come ha vissuto la sua quarta Gmg. «La più numerosa. I dati concreti, veri, dicevano che erano più di un milione. Di più. Anzi nella veglia di notte si calcolava che erano un milione e quattrocento o un milione e seicentomila persone. Questi sono i dati governativi. È impressionante la quantità». Dal punto di vista pratico, ha osservato, «tra quelle che ho visto, questa è quella preparata meglio. E i giovani sono una sorpresa, i giovani sono giovani… Fanno delle ragazzate, la vita è così, ma cercano di guardare avanti e loro sono il futuro. L’assunto è di accompagnarli, il problema è saper accompagnarli e che non si stacchino dalle radici. Per questo – ha continuato – io insisto tanto sul dialogo vecchi-giovani, i nonni con i nipoti. Perché si prendono lì le radici. Poi i giovani sono religiosi, cercano una fede non ostica, non artificiale, non legalista, un incontro con Gesù Cristo. E questo non è facile».

E li ha difesi, i giovani, anche da chi li accusava di non vivere secondo la morale. «Ognuno di noi ha le proprie cadute nella propria storia. La vita è così. Ma il Signore ci aspetta sempre perché è misericordioso e Padre, e la misericordia va oltre a tutto. Per me – ha detto – è stata bellissima la Gmg». Quindi ha ricordato l’incontro con i 25mila volontari, prima di prendere l’aereo. Poi, ancora una parola sul disagio giovanile. «Qui sono rimasto in dialogo con i giovani – non nella confessione – ho approfittato per dialogare – ha raccontato -. Tanti giovani angosciati, depressi, ma non solo psicologicamente… poi in alcuni Paesi che sono molto molto esigenti nell’università, i giovani che non riescono a ottenere la laurea o a trovare lavoro si suicidano, perché sentono una vergogna molto grande. Non dico che sia una cosa di tutti i giorni, ma è un problema. È un problema attuale. È una cosa che succede», ha messo in guardia.

7 agosto 2023