Il premier Conte in Senato: «Tutti rispettino le prescrizioni»

Il presidente del Consiglio ha riferito a Palazzo Madama sulle ulteriori iniziative adottate dal governo per l'emergenza Covid. «Mai abbassata la guardia», ha rivendicato

«Tanto più rigoroso sarà il rispetto delle prescrizioni da parte di ciascuno di noi tanto più efficace sarà il contenimento del rischio di contagio e più possibile superare questa seconda ondata con il minor sacrificio per il Paese». Il premier Giuseppe Conte lo ha riferito ieri pomeriggio, 21 ottobre, in Senato, intervenendo sulle ulteriori iniziative adottate dal governo con il nuovo dpcm sull’emergenza epidemiologica. «L’efficacia della risposta – ha aggiunto – resta in ogni caso affidata alla responsabilità individuale di ciascun cittadino e alla responsabilità collettività dell’intera comunità nazionale». L’appello non lascia spazio a incertezza: «Bisogna sforzarci tutti a limitare il contagio, limitare gli spostamenti non necessari: se faremo questi sacrifici eviteremo interventi più gravosi. Sono fiducioso – le parole di Conte – che avremo la serenità e l’impegno necessari per superare questo momento».

Nei mesi successivi alla fase più acuta della pandemia, ha rivendicato il presidente del Consiglio, «non abbiamo mai abbassato la guardia. L’Italia è stata la nazione che per prima, con coraggio e determinazione, ha deciso di chiudere e il Paese più prudente anche nelle riaperture. Nonostante i tanti passi in avanti fatti non potevamo e non dovevamo considerarci in un porto sicuro mentre il contagio nel mondo si moltiplicava». Oggi proprio quell’«immane lavoro» svolto nei mesi scorsi «ci spinge ad affrontare con una strategia diversa la pandemia, concentrando l’attenzione a livello nazionale esclusivamente su quelle misure volte a limitare le condotte e i comportamenti più direttamente riconducibili alla sfera delle relazioni sociali e ricreative, attualmente veicolo di maggiore diffusione del virus».

Insomma, nessun lockdown all’orizzonte, nell’intervento del premier. E anche la scuola rimarrà in presenza, ha assicurato: «Lo dobbiamo all’impegno dei dirigenti scolastici, dei docenti, delle famiglie e soprattutto ai nostri ragazzi che non vanno lasciati privi di una esperienza così importante come la scuola. Solo per le scuole secondarie – ha aggiunto – sono previste misure di flessibilità di orari». E ancora: «Siamo più pronti che a marzo».

Nelle parole di Conte, la consapevolezza che «ai cittadini chiediamo sacrifici. Ancora una volta – ha sottolineato – siamo costretti a compiere una sofferta operazione», sempre nel solco della «massima precauzione, adeguatezza e proporzionalità». Il dpcm illustrato al Paese domenica scorsa, 18 ottobre, dà alle Regioni la facoltà di assumere provvedimenti più restrittivi rispetto a quelli adottati dal governo, ha ricordato il premier. Anche per questo, «in questa fase ritengo fondamentale e decisivo il massimo coordinamento tra i diversi livelli di governo». L’obiettivo: adottare scelte che «seppure differenziate per adattarsi al mutevole andamento del contagio devono comunque preservare i caratteri di omogeneità e coerenza affinché non si smarrisca la ratio unitaria dell’intervento».

Assicurate, nell’intervento del presidente del Consiglio, misure di sostegno «mirate» per bar e ristoranti così come per il potenziamento del trasporto scolastico, per il quale, ha detto, «abbiamo stanziato 350 milioni aggiuntivi nel 2021 per Regioni e Comuni». Non previsto invece nessun aumento delle imposte. A tutti, l’invito a «rimanere ben concentrati nelle prossime settimane. Il nemico non è stato ancora sconfitto, circola tra di noi. L’aumento dei contagi ci impone di tenere la tensione altissima, siamo vigili e prudenti. Il governo – ha garantito – continuerà l’interlocuzione con il Parlamento, pronto a accogliere le istanze che verranno dagli interventi».

22 ottobre 2020