Il premier Conte: «Insieme per estirpare le radici dell’antisemitismo»
È l’appello nell’anniversario della deportazione degli ebrei di Roma, il 16 ottobre 1943. Il presidente della Camera Fico: «Non abbassare mai la guardia»
Roma e l’Italia intera ricordano il rastrellamento e la deportazione degli ebrei della capitale, il 16 ottobre del 1943. Il premier Giuseppe Conte lo fa con una lettera inviata al presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, nel giorno del 76° anniversario. «È importante promuovere l’impegno congiunto delle Istituzioni e della società civile per estirpare le radici dell’antisemitismo, attraverso iniziative che prevedano il coinvolgimento diretto soprattutto delle nuove generazioni», scrive il presidente del Consiglio dei ministri. In «quel tragico 16 ottobre 1943», sottolinea, «la violenza più cieca ha strappato tanti concittadini ebrei dalle loro case, dalle loro vite, segnando per sempre il destino di intere famiglie. A coloro che ricordano parenti e amici tragicamente perduti e che portano dentro di sé, generazione dopo generazione, il trauma profondo di questa immensa ferita – prosegue Conte -, esprimo oggi i miei sentimenti di solidarietà ed affetto». Dal presidente del Consiglio infine anche un pensiero riconoscente «ai cittadini che aiutarono molti ebrei a sfuggire alla deportazione, mettendo a rischio la propria vita e quella dei loro familiari».
Dal presidente della Camera dei deputati Roberto Fico in occasione dell’anniversario arriva l’invito a «non abbassare mai la guardia». L’impegno di tutti, esorta, resta ancora oggi quello di «vigilare affinché non riaffiorino, in nuove forme, gli spettri del razzismo e dell’antisemitismo»; di «non lasciare mai spazi a un’ideologia che neghi i diritti dell’uomo». Ancora, l’impegno di «coltivare, sempre, ovunque e a ogni costo, le ragioni della solidarietà, della giustizia e della democrazia». Alle 5.30 del mattino del 16 ottobre 1943, ricorda Fico, «300 soldati tedeschi, provvisti di elenchi con nomi e indirizzi, iniziarono una caccia violenta e spietata contro gli appartenenti alla comunità ebraica romana. Più di mille persone furono caricate a forza sui camion e destinati verso un futuro di sofferenza, umiliazioni, privazioni e morte». Solo in 16 riuscirono a sopravvivere. Tra loro «una sola donna e nessun bambino».
Nelle parole del presidente della Camera, «la deportazione degli ebrei dal ghetto di Roma fu l’ennesimo ignobile atto concepito dalla spietata regia nazifascista. Segnò uno dei punti di non ritorno nella fase di vessazioni e persecuzioni degli ebrei italiani iniziata nel settembre del 1938 con la scellerata promulgazione delle leggi razziali». Questo ricordo, conclude, «deve rafforzare in noi l’esigenza di ribadire tutte le colpevoli connivenze e di diffondere la verità storica contro le tentazioni negazioniste che pure, periodicamente, vorrebbero ritrattarla o anche solo ridimensionala».
16 ottobre 2019