Il premier Netanyahu: «Israele si prepara per l’invasione di terra a Gaza»

Procedono intanto i blitz mirati. E resta aperta la partita della liberazione degli ostaggi, saliti a 224. L’Onu: nella Striscia, «nessun luogo è sicuro». Il presidente Cei Zuppi: «Hamas, peggiore nemico del popolo palestinese». La telefonata del presidente turco Erdogan con il Papa

«Israele si sta preparando per l’invasione di terra a Gaza ma non è possibile dare altri dettagli al momento». Lo ha assicurato ieri sera, 25 ottobre, il premier Benjamin Netanyahu, in un drammatico discorso alla nazione, nel quale ha ribadito che gli obiettivi delle operazioni «sono due: eliminare Hamas e liberare gli ostaggi. Tutti quelli che hanno partecipato all’attacco del 7 ottobre – ha detto – sono passabili di morte». E per quell’attacco, per la prima volta ha fatto cenno anche alle sue responsabilità personali: «Tutti – ha detto – dovranno dare spiegazioni per quell’attacco, a cominciare da me. Ma solo dopo la guerra. Il mio compito ora è quello di guidare il Paese fino alla vittoria».

A decidere l’inizio delle operazioni di terra, ha assicurato Netanyahu, sarà solo il gabinetto di guerra israeliano. «Ci prepariamo all’ingresso a Gaza – ha confermato -, non dirò come e quando. Ci sono considerazioni che non sono note al grande pubblico». Israele intanto continua a martellare l’enclave palestinese con i raid, colpendo senza sosta le strutture militari di Hamas e prendendo di mira i suoi comandanti. Anche questa mattina, 26 ottobre, l’esercito israeliano ha condotto «blitz mirati» nel nord della Striscia, localizzando e colpendo «numerosi terroristi, infrastrutture terroristiche e postazioni di lancio di missili anticarro», operando quindi «per preparare il campo di battaglia», ha reso noto il portavoce militare. Colpita anche, a Khan Yunis, la famiglia di Yunis Al Astal, membro di Hamas; nell’attacco, riferiscono all’Ansa fonti locali, sono morte almeno 18 persone mentre altre 40 sono rimaste ferite.

Intanto, resta aperta la partita della liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas, il cui numero è salito a 224. L’aggiornamento è arrivato dal portavoce militare Daniel Hagari, che ha spiegato che Israele compie un vasto sforzo operativo e di intelligence per continuare ad acquisire nuove informazioni sulla loro sorte. «La loro liberazione – ha detto – ha per noi la massima priorità». Secondo fonti israeliane e straniere citate da Haaretz, il rilascio di un significativo numero di ostaggi potrebbe avvenire «in pochi giorni», in base all’andamento dei negoziati. In particolare, una fonte al corrente delle discussioni ha aggiunto che Israele vuole chiudere il dossier al più presto nel timore che il rimanere coinvolti in una guerra all’interno della Striscia ostacolerebbe la possibilità di rilascio degli ostaggi in una fase successiva.

Il raid israeliano della notte scorsa all’interno della Striscia, con tank e soldati, è il primo del genere dall’avvio delle ostilità. E l’Onu avverte: tra i bombardamenti israeliani, «nessun luogo è sicuro a Gaza». Anche gli «avvisi anticipati» emessi alle popolazioni affinché evacuino le aree che saranno bombardate «non fanno alcuna differenza», afferma in un comunicato la coordinatrice degli Affari umanitari delle Nazioni Unite per i territori palestinesi Lynn Hastings. E dall’Italia il presidente dei vescovi Matteo Zuppi, intervenendo a margine della 40ª assemblea dell’Associazione nazionale comuni italiani, dichiara che «c’è bisogno di una soluzione che garantisca i diritti delle due parti, c’è tanto bisogno di una leadership palestinese autorevole, in grado di difendere il suo popolo. Hamas – sostiene – è il peggiore nemico del popolo palestinese».

La presidenza di Ankara riferisce anche di un colloquio telefonico del presidente turco Recep Tayyip Erdogan con Papa Francesco. «Gli attacchi israeliani contro Gaza hanno raggiunto il livello del massacro», ha detto Erdogan – che ha annullato la visita in Israele -, lamentando la mancanza di indignazione da parte della comunità internazionale rispetto agli attacchi contro la Striscia. In una lettera indirizzata al direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus, il ministro della Sanità turco Fahrettin Koca ha affermato che i servizi sanitari devono essere garantiti nella Striscia di Gaza, chiedendo che l’Oms adotti, a questo scopo, «iniziative urgenti e necessarie», soprattutto per i bambini, fa sapere la tv di Stato turca Trt.

Da Israele, il portavoce militare riferisce il contenuto di una telefonata registrata tra un ufficiale dell’intelligence dell’esercito di Israele e un residente della Striscia di Gaza nella quale quest’ultimo conferma i posti di blocco messi da Hamas per non far andare al sud la popolazione, nonostante gli inviti dell’esercito stesso. E la polizia aggiorna la conta dei morti: salito a 1.117 il numero delle vittime israeliane identificate; i civili sono 808 e 309 i soldati.

26 ottobre 2023