Il presidente dei vescovi del Nicaragua esiliato in Guatemala
Herrera è stato accolto dai Frati minori, dopo essere stato caricato su un volo di linea dal regime di Ortega, senza l’avvio di nessuna trattativa con il Paese e con la Chiesa
Arrestato il 13 novembre dal regime di Daniel Ortega, il presidente della Conferenza episcopale del Nicaragua Carlos Herrera, vescovo di Jinotega, è arrivato in Guatemala, accolto dai Frati minori, a cui appartiene. «È stato accolto come un fratello in visita», ha confermato al sito indipendente Despacho 505 la Provincia guatemalteca dello stesso ordine. Il presule sarebbe stato caricato su un volo di linea dal regime di Daniel Ortega, senza l’avvio di alcuna trattativa con il Paese centroamericano e con la Chiesa.
Nel frattempo, non si placano le reazioni a questo ultimo gesto di persecuzione religiosa nel Paese, a opera del regime di Ortega e Murillo. L’Ufficio per la libertà religiosa del Dipartimento di Stato americano ha reagito con «preoccupazione» a quanto è accaduto, dicendosi «preoccupato per l’esilio forzato del vescovo Herrera, da parte delle autorità nicaraguensi. Metà dei vescovi del Nicaragua non può tornare in patria. I palesi attacchi di Ortega e Murillo contro il clero cattolico non indeboliranno la fede del loro popolo».
Affidata a un comunicato anche la reazione della Conferenza episcopale panamense (Cep). «Partecipiamo al loro dolore e riaffermiamo il nostro sostegno ai pastori che, con coraggio e fedeltà, continuano a difendere la verità, la giustizia e la libertà religiosa, pilastri essenziali di una società giusta e pacifica», si legge nel testo, in cui si esprime il «dolore per la situazione attuale» e, in particolare, per l’espulsione di Herrera, «un atto che rappresenta non solo un’aggressione contro la Chiesa, ma anche un attacco alla dignità e ai diritti fondamentali del popolo nicaraguense. Come fratelli nella fede – scrivono ancora i presuli -, la Chiesa di Panama è solidale e prega costantemente affinché in Nicaragua prevalgano la pace, la riconciliazione e il rispetto dei diritti umani».
18 novembre 2024