Il presidente russo Putin in tv: «Via alla mobilitazione parziale»

Annunciato il richiamo di 300mila riservisti. «L’operazione militare speciale in Ucraina è stata inevitabile», le sue parole. Ora «useremo tutti i mezzi per proteggerci, non è un bluff». Il ministro Shoigu (Difesa): «Oggi combattiamo non solo con l’Ucraina ma con tutto l’Occidente»

Erano le 8 di questa mattina, ora italiana, quando il presidente russo Vladimir Putin ha rivolto il suo discorso alla nazione con un video messaggio, preregistrato, trasmesso in tv. Parole, le sue, che segna un’escalation della guerra in Ucraina, mettendo chiaramente da parte ogni ipotesi di trattativa, in una fase che sembra vedere in vantaggio le forze armate ucraine. «L’operazione militare speciale in Ucraina è stata inevitabile»: è il punto di partenza del leader russo, che dichiara una mobilitazione parziale nel Paese, richiamando 300mila riservisti – «già firmato il decreto» – e assicurando anche il «sostegno di Mosca» ai territori dell’Ucraina che hanno annunciato il referendum per l’adesione alla Russia. L’obiettivo: la «liberazione di tutto il Donbass», un proposito che definisce «irremovibile».

«Nella sua aggressiva politica anti-russa, l’Occidente ha superato ogni limite», le parole di Putin, che chiarisce che userà «tutti i mezzi a nostra disposizione»  e che coloro che stanno cercando di usare il ricatto nucleare contro la Russia scopriranno che le carte in tavola possono essere rivoltate contro di loro. «Non sto bluffando», la chiosa. L’obiettivo dell’Occidente, riflette, è «indebolire, dividere e distruggere la Russia». Quindi la conclusione: «È nostra tradizione storica e destino del nostro popolo fermare coloro che cercano il dominio mondiale, che minacciato di smembrare e rendere schiava la madrepatria. È quello che stiamo facendo ora, e credo nel vostro sostegno».

Putin rassicura che si tratta «solo di una mobilitazione parziale». In concreto, «solo quei cittadini che sono nelle riserve e soprattutto, coloro che hanno prestato servizio nelle forze armate, hanno determinate specializzazioni militari e un’esperienza rilevante saranno soggetti a coscrizione». Lo conferma alla Tass anche il ministro della Difesa Serghei Shoigu, chiarendo che «sono esclusi i militari di leva». Lo scopo, aggiunge, è «controllare i territori liberati» in Ucraina. Quindi, la precisazione: «Non posso fare a meno di sottolineare che oggi combattiamo non solo con l’Ucraina e l’esercito ucraino ma con tutto l’Occidente». Ma la Russia, assicura, sta trovando il modo di contrastare le armi fornite all’Ucraina dai Paesi occidentali.

Immediate le reazioni internazionali. Dalla Cina arriva l’invito, alle parti coinvolte, al cessate il fuoco, accompagnato dall’esortazione a impegnarsi nella strada del dialogo, per arrivare a una risoluzione pacifica. Il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin definisce la posizione cinese «coerente e chiara», esortando a «trovare un modo per affrontare le preoccupazioni sulla sicurezza di tutte le parti». Per l’ambasciatrice Usa in Ucraina Bridget Brink, «i referendum farsa e la mobilitazione sono segni di debolezza, del fallimento russo – scrive su Twitter -. Gli Stati Uniti non riconosceranno mai la pretesa della Russia di annettere il territorio ucraino, e continueremo a stare al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario». Anche il vicecancelliere tedesco verde Robert Habeck parla di «passo pessimo, sbagliato», da parte del presidente russo. «Ci consulteremo per vedere come reagire sul piano politico», spiega, chiarendo che l’Ucraina dovrà continuare ad avere «pieno sostegno».

21 settembre 2022