Il Tribunale di Milano blocca i ricorsi contro il referendum

Respinto il testo presentato dall’ex presidente della Consulta Valerio Onida: «Impossibile disarticolare un testo indiiso alla sua fonte»

Respinto il testo presentato dall’ex presidente della Consulta Valerio Onida: «Impossibile disarticolare un testo indiiso alla sua fonte» 

In presenza di una «riforma costituzionale di ampio respiro, come possono essere revisioni della Costituzione interessanti più articoli e più titoli il referendum non potrà che riguardare la deliberazione parlamentare nella sua interezza, non potendosi disarticolare l’approvazione o il rigetto di un testo indiviso alla sua fonte, le cui diverse parti sono in rapporto di reciproca interdipendenza». Il Tribunale ordinario di Milano ha respinto, con questa motivazione, i ricorsi presentati contro il referendum costituzionale dall’ex presidente della Consulta Valerio Onida.

I ricorsi sostenevano che il quesito referendario violasse la libertà del singolo elettore costringendolo a esprimere un voto unitario su materie tra loro eterogenee. Chiedevano quindi al Tribunale di rinviare alla Corte costituzionale la legge istitutiva dei referendum (la 352 del 1970) per la mancata previsione dello «spacchettamento» dei diversi temi. Il giudice ha respinto i ricorsi argomentando che è lo stesso articolo 138 della Costituzione «a connotare l’oggetto del referendum costituzionale come unitario e non scomponibile».

Nella giornata di ieri, venerdì
11 novembre, il Consiglio di Stato ha respinto l’istanza di sospensiva urgente del referendum presentata dai sostenitori del “no” che avevano impugnato la sentenza negativa del Tar del Lazio del 20 ottobre scorso. Il giudizio di merito è stato fissato per il primo dicembre. L’avvocatura dello Stato, rappresentata da Gabriella Vanadia, aveva affrontato questo nodo nella memoria depositata al tribunale di Milano, sostenendo che le norme sui conflitti Stato-Regioni di fronte alla Consulta citate nel ricorso «non attribuiscono alcun potere di sospensione» nel caso in discussione.

 

11 novembre 2016