Il viaggio di “Nave Italia” con i pazienti del Bambino Gesù

Il brigantino a vela salpa con un gruppo di giovani dell’ospedale. La presidente Enoc: «Ancora più necessario oggi tenere dritta la barra della solidarietà»

Salpa oggi, 8 settembre, dal porto di La Spezia Nave Italia, il brigantino a vela più grande del mondo. A bordo, 8 pazienti del reparto di Neurologia dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di età compresa tra i 15 e i 18 anni. L’obiettivo è la “terapia dell’avventura” proposta dalla Fondazione Tender to Nave Italia, in cui da sempre crede l’ospedale della Santa Sede. Il progetto, giunto all’ottava edizione, è “Epilessia fuori dall’ombra” e ha l’obiettivo di rafforzare l’autostima dei ragazzi impegnati in una lotta difficile con la malattia che mina la gioia di vivere propria della loro età. A bordo e sotto la supervisione del personale ospedaliero del Bambino Gesù, i ragazzi, oltre alle attività marinaresche, impareranno anche a gestire in modo autonomo la terapia farmacologica antiepilettica.

«Quest’anno prendiamo il largo dopo che il vento contrario del Covid ci ha tenuto in porto più a lungo del previsto», dichiara la presidente del Bambino Gesù Mariella Enoc. Dopo un anno particolarmente difficile infatti, segnato dall’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, Fondazione Tender To Nave Italia onlus è riuscita a far partire a fine luglio la campagna di solidarietà che sarebbe dovuta partire a maggio e che durerà fino a ottobre. Per Enoc, «oggi è ancora più necessario tenere dritta la barra della solidarietà che da sempre orienta l’attività della fondazione a favore di associazioni ed enti a servizio delle persone più fragili o escluse. La pandemia – prosegue – rischia di farci guardare all’altro come a un pericolo e di restringere lo spazio alle mura di casa dove si accentua l’isolamento di disabili e disagiati. Sono certa che l’esperienza del mare insegnerà ai nostri giovani pazienti e a tutti noi a tenere sempre aperti gli orizzonti e a guardare con fiducia al futuro, anche quando la navigazione è più complicata o incerta».

Anche per Federico Vigevano, direttore del dipartimento di Scienze neurologiche del Bambino Gesù, «è davvero importante che questo progetto sia potuto “salpare” anche quest’anno, sia pure con un numero ridotto di partecipanti a causa delle restrizioni imposte dal Covid. Insieme a Nave Italia riusciamo così a dare alle famiglie un segnale di graduale ritorno alla normalità. L’esperienza di questi anni insegna che i ragazzi escono rafforzati dalla vita in mare e dalla condivisione di fatica e impegno con i coetanei, accrescendo la fiducia nelle proprie risorse e superando paure e limiti legati alla malattia».

La Fondazione Tender To Nave Italia promuove dal 2007 numerosi progetti di solidarietà a favore di associazioni non profit, onlus, scuole, ospedali, servizi sociali, aziende pubbliche o private che sostengono azioni inclusive verso i propri assistiti e le loro famiglie. Un’attività possibile grazie al contributo della Marina Militare e dell’equipaggio che arma il brigantino più grande al mondo. «Il progetto di Nave Italia, nato grazie alla collaborazione tra la Marina Militare e lo Yacht Club Italiano – affermano -, rappresenta uno dei tanti esempi di attività complementari che la forza armata svolge a favore della collettività e, nel caso specifico, delle fasce più deboli della popolazione, in un’ottica di solidarietà che da sempre contraddistingue il grande equipaggio della Marina». Solo nel 2019 sono stati imbarcati su Nave Italia 436 partecipanti ai vari progetti, tra bambini, adolescenti e adulti.

8 settembre 2020