In Siria 7 bambini uccisi dalle mine in due giorni

La denuncia di Save the Children, che chiede di aumentare il sostegno agli operatori che si occupano di sminamento e implementare azioni di sensibilizzazione

La notizia arriva da Save the Children: 4 bambini sono stati uccisi dopo lo scoppio di un ordigno inesploso in un appartamento abbandonato a Idlib, nel nord-ovest della Siria, lunedì 29 agosto. Questo episodio fa seguito all’esplosione di un’altra mina su un terreno agricolo a Homs in cui sono rimasti uccisi altri tre bambini due giorni fa. Negli ultimi quattro mesi, secondo l’organizzazione internazionale, almeno 22 persone sono state uccise, tra cui sette bambini, e 29 ferite, tra cui tre bambini, in simili esplosioni di mine e ordigni inesplosi in tutta la Siria.

«Le mine sono semi di morte sparsi dagli adulti che hanno il loro impatto più letale sui bambini – afferma Beat Rohr, direttore ad interim della risposta in Siria di Save the Children -. Le armi esplosive sono la principale causa di vittime tra i minori nei conflitti, causano lesioni terribili e la probabilità di morte tra i più piccoli per le ferite da esplosione». In Siria in particolare, a quasi 12 anni dal suo inizio, «il conflitto continua a mietere vittime tra i bambini e a dividere le famiglie. L’impatto delle armi esplosive sui bambini è devastante e si protrae per tutta la vita, privando le famiglie delle loro speranze e della possibilità di accedere a servizi vitali, e spesso alterando profondamente lo sviluppo della vita di un bambino».

Di qui la richiesta dell’organizzazione a tutti gli attori coinvolti di limitare l’uso delle armi più dannose per i bambini e di intensificare gli sforzi per ridurne l’impatto. Nello stesso tempo, Save the Children chiede ai donatori di aumentare immediatamente il sostegno agli operatori che si occupano di sminamento e implementare azioni di sensibilizzazione per mitigare i rischi per i bambini e le loro famiglie.

7 settembre 2022