Ucraina: una staffetta di 12 ore di preghiera e digiuno

L’iniziativa della Chiesa greco-cattolica nel primo anniversario della guerra. L’arcivescovo maggiore Shevchuk: «Un anno di grandi crimini contro Dio e contro l’uomo»

Il 24 febbraio 2022, con l’invasione da parte della Russia, iniziava il conflitto in Ucraina. Alla fine del primo anno di «questa brutale guerra su vasta scala» la Chiesa greco-cattolica propone una staffetta di 12 ore di preghiera e digiuno, a partire dalle 12, ora locale. «Tutta la nostra Chiesa, sia in Ucraina che negli insediamenti starà davanti al volto di Dio in una veglia di preghiera», anticipa l’arcivescovo maggiore di Kiev Shevchuk.

La preghiera inizia proprio da Kyev, nella cattedrale patriarcale della Capitale ucraina, alle 12. La staffetta passa quindi a Kharkiv , poi a Zaporizhzhia, Odessa, Kherson, Irpin, Melbourne in Australia, Przemyśl in Polonia, Roma in Italia, Winnipeg in Canada, Filadelfia negli Stati Uniti d’America, e infine Buenos Aires in Argentina. Tutta la staffetta sarà ripresa dalla tv cattolica “Gyve TV”. «Invito tutti voi, tutti i fedeli della nostra Chiesa a unirsi a questa preghiera – sono ancora le parole del capo dei greco-cattolici -. Noi sentiamo che quando ci uniamo insieme nella preghiera, nel digiuno e nelle buone azioni, vinciamo. Abbiamo tanto bisogno di forza spirituale per avvicinare la nostra vittoria». Quindi, l’invocazione: «Dio, benedici l’Ucraina! Donaci la forza di perseverare nella nostra chiamata alla libertà, alla libertà del nostro popolo, del nostro Stato, alla libertà come capacità di fare il bene e la verità! Dio, benedici la nostra Ucraina con la Tua giusta pace celeste!».

Nel video messaggio dedicato al primo anniversario della guerra, l’arcivescovo parla di «un anno di dolore, di sofferenza, un anno di grandi crimini contro Dio e contro l’uomo, crimini contro l’umanità, crimini di guerra che il mondo deve riconoscere e condannar”. Migliaia di morti, migliaia, decine di migliaia di feriti. Forse non conosciamo ancora tutti i numeri – aggiunge -. Ma è un grande miracolo che noi siamo vivi – prosegue -. È un grande miracolo che l’aggressore, che si considerava onnipotente, che voleva e vuole ancora ricattare il mondo intero, abbia fallito in Ucraina. La resilienza e il coraggio del popolo ucraino si sono dimostrati più forti dell’acciaio russo, dei loro carri armati, missili e aerei». Per questo, «in questo 365° giorno di guerra ringraziamo il Signore Dio per poter continuare a combattere contro il male della guerra. Ringraziamo Dio e le forze armate dell’Ucraina per essere riusciti a sopravvivere. E oggi, con la fede in Dio, con la gratitudine alle forze armate dell’Ucraina e ai figli e alle figlie della nostra patria possiamo dire ancora una volta che l’Ucraina vive! L’Ucraina resiste! L’Ucraina combatte! L’Ucraina prega!».

24 febbraio 2023