“Dorean Dote”, nasce un centro per bambini e ragazzi disagiati
Al Tuscolano la struttura diurna contro la marginalità sociale. Lojudice: «Importante mostrare che esiste cornice di vita alternativa»
Nel quartiere Tuscolano la struttura diurna contro la marginalità sociale. Monsignor Lojudice: «Importante mostrare che esiste cornice di vita alternativa»
Un punto di riferimento, una casa in cui educare ed accogliere bambini e ragazzi che vivono in ambienti disagiati e degradati. Venerdì 8 maggio, nel quartiere Tuscolano, alla presenza di monsignor Paolo Lojudice, vescovo ausiliare eletto del settore Sud e dell’assessore alle politiche sociali del comune, Francesca Danese, è stato inaugurato “Dorean Dote”, il centro diurno dedicato ai minori in stato di disagio socio-familiare, a rischio marginalità sociale, con difficoltà scolastiche, comportamentali e cognitive.
“Dorean Dote” prende vita principalmente dalla considerazione che i bambini in questa condizione, «purtroppo, sono davvero tanti – racconta monsignor Lojudice che durante i nove anni di direzione spirituale al Seminario Maggiore ha promosso in prima persona il progetto con alcuni seminaristi e volontari-. Nel corso del tempo grazie alla buona volontà di molte persone e alla donazione di un sacerdote, siamo riusciti a mettere insieme e ordinare le energie che erano in campo. Non si tratta di un centro rivolto solamente ai bambini rom ma è aperto a tutti i ragazzi in difficoltà. La nostra idea è quella di mostrare loro che esiste una cornice alternativa di vita rispetto a quella che sono costretti a vivere quotidianamente, loro malgrado. In questo contesto – conclude – ci auguriamo che il centro diventi un punto di riferimento presente e futuro per questi ragazzi, senza scalzare mai la presenza dei genitori che anzi è fondamentale salvaguardare».
“Dorean Dote” (Mt10,8) che tradotto dal greco significa “date gratuitamente”, mira infatti ad offrire uno spazio educativo per prevenire e contrastare quei processi evolutivi che potrebbero portare a situazioni di sofferenza individuale e di delinquenza. «La strada della vera integrazione è proprio questa – sottolinea l’assessore alle Politiche sociali, Francesca Danese-. Questo progetto è la manifestazione concreta di come grazie al lavoro di parroci, sacerdoti, famiglie affidatarie e di tutti i volontari si possa dare ai bambini in difficoltà l’opportunità di studiare, lavarsi e giocare in maniera serena». Un continuo legame con i ragazzi che si ritrovano in un ambiente sicuro e ricco di proposte stimolanti. «Ogni giorno – racconta Don Michele Ferretti – andiamo a prendere i bambini a scuola e li portiamo al centro dove possono fare i compiti, laboratori e altre attività educative. A volte, invece, li accompagniamo a fare sport per permettere loro di integrarsi con il territorio e non isolarsi. La sera, infine, dopo la cena, li riportiamo nelle loro famiglie». I ragazzi quindi al centro di un progetto che li coinvolge in prima persona.
«Il senso del nostro lavoro è proprio quello di far sentire meno abbandonati questi bambini – sottolinea Benedetta, volontaria ed educatrice -. Vorremmo che capissero, con il tempo, quali sono i loro reali diritti e che esiste un’alternativa positiva al campo rom o alla vita di strada». Una quotidianità “normale” che spesso non conoscono. «Dorean Dote – commenta monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale delle Migrazioni – è uno spicchio di speranza, un’apertura di cielo per questi bambini che piano piano possono scoprire una nuova vita».
11 maggio 2015