Incendio a Moria, Unicef: «Urgente Patto Ue sulle migrazioni»

Sostegno agli oltre 4mila bambini che vivevano nel campo. La mobilitazione delle organizzazioni internazionali. La sottoscrizione di Sos Villaggi dei Bambini

L’Unicef è in prima linea per aiutare ad affrontare i bisogni immediati di oltre 4mila bambini – in particolare dei 407 minori non accompagnati – che vivevano nel campo di Moria, distrutto dalle fiamme nella notte tra 8 e 9 settembre. Dall’agenzia delle Nazioni Unite anche un grazie alle autorità locali e ai soccorritori che si sono immediatamente messi al lavoro per affrontare la crisi, insieme all’espressione della «più profonda solidarietà» ai rifugiati e ai migranti colpiti dall’incendio del campo profughi più grande d’Europa, che ospitava quasi 13mila persone.

Intanto il centro dell’Unicef Tapuat per il sostegno ai bambini e alle famiglie, che si trova vicino al campo di Moria, è stato trasformato in un rifugio d’emergenza che può ospitare temporaneamente le persone più vulnerabili, compresi i bambini non accompagnati, le donne in stato di gravidanza e altre persone con esigenze particolari, fino a quando non saranno identificate delle alternative. Al momento si trovano nella struttura oltre 150 bambini non accompagnati. La priorità dell’Unicef infatti è quella di garantire l’immediata sicurezza e protezione dei più piccoli, in coordinamento con il governo greco, il segretario speciale per la protezione dei minorenni non accompagnati, le autorità locali e i partner dell’Onu e della comunità delle ong, anche se la pandemia in corso rende ancora più complessa l’attuazione di una risposta rapida e sicura. Gli eventi avvenuti a Moria, evidenziano dall’agenzia Onu, «servono a ricordare con forza l’urgente necessità di un Patto Ue sulle migrazioni, umano e a misura di bambino».

Tra le organizzazioni impegnate fin dalle prime ore nelle operazioni di soccorso c’è anche Sos Villaggi dei Bambini, che sta distribuendo coperte e materassi per aiutare i rifugiati ad allestire nuovi ripari di fortuna e sta tuttora collaborando con le autorità per valutare la situazione, con un’attenzione particolare a bambini e ragazzi, tra i quali moltissimi minori non accompagnati, che si trovavano nel campo senza nessun adulto di riferimento. «Siamo scioccati – commenta dichiara George Protopapas, direttore di Sos Villaggi dei Bambini Grecia -. Questo disastro ha colpito persone che già soffrivano e vivevano in condizioni disumane. Le conseguenze e la portata della devastazione non sono ancora chiare. Ora più che mai – aggiunge – dobbiamo stare accanto a chi è nel bisogno, specialmente ai bambini». Per questo l’organizzazione «rimane nell’area e continua a lavorare con le autorità locali e i partner per proteggere i bambini e fornire le cure che meritano». In Grecia infatti Sos Villaggi dei Bambini sostiene circa 200 piccoli ogni giorno, nel campo profughi di Kara Tepe, non lontano da Moria, inoltre gestisce centri diurni ad Atene, Creta e Salonicco, che supportano circa 400 rifugiati e migranti ogni mese. Per supportare le azioni di emergenza è stata aperta anche una sottoscrizione, online sul sito dell’organizzazione.

Per Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia, «la tragedia che si sta consumando a Lesbo è il simbolo del fallimento delle politiche adottate dall’Unione europea e dagli Stati membri nella gestione della crisi migratoria negli ultimi anni». Il risultato concreto: oltre 6mila migranti rimasti senza un riparo, dato che le fiamme hanno distrutto anche le tende allestite fuori dal campo ufficiale, dove in migliaia sopravvivevano, seppure in condizioni disumane. «Senza ignorare le responsabilità del governo greco – osserva Pezzati -, adesso serve un’immediata indagine da parte del Parlamento europeo che accerti le responsabilità delle istituzioni europee e degli Stati membri, che hanno portato alla pessima gestione dei campi sponsorizzati dall’Ue nelle isole greche». Un’indagine che «deve riguardare adesso la gestione di tutti gli hotspot creati sulle isole greche, con l’obiettivo di prevenire il ripetersi di tragedie come questa e di garantire finalmente la tutela dei diritti umani dei migranti».

Ieri mattina intanto, 9 settembre, la Commissione europea ha annunciato che l’Ue finanzierà il trasferimento immediato e la sistemazione sulla terraferma dei 400 minori non accompagnati che ancora rimangono sull’isola. «Tutto questo si poteva prevenire – è il commento di Spyros-Vlad Oikonomou, del Greek Council for Refugees -. La speranza è che adesso si inneschi un’immediata inversione di rotta. L’annunciato trasferimento di tutti i minori non accompagnati di Moria nella Grecia continentale è un primo passo importante, adesso però è quanto mai urgente un immediato trasferimento di tutti i migranti intrappolati nelle isole greche negli altri Paesi europei».

10 settembre 2020