Iraq, Sako convoca i rappresentanti delle componenti cristiane
L’incontro voluto dal patriarca per studiare una forma organizzativa utile ad avere un punto di riferimento unico e mobilitare media e opinione pubblica
Dopo l’appello lanciato lo scorso 17 giugno, nel quale esortava la comunità cristiana a contribuire alla stabilità e alla pace civile dell’Iraq e a lottare contro politiche di esclusione ed emarginazione, il cardinale Louis Raphael Sako ha riunito intorno a un tavolo i principali esponenti e rappresentati della componente cristiana del Paese, tra cui quelli della Lega Caldea.
Un incontro voluto dal patriarca caldeo di Baghdad per «discutere delle paure e delle preoccupazioni dei cristiani». Tra i punti chiave emersi, l’esigenza di definire le principali sfide che emarginano la presenza cristiana e ne minacciano l’esistenza storica, ma anche quella di studiare una forma organizzativa per avere un punto di riferimento unico e mobilitare media e opinione pubblica, sia dentro che fuori dall’Iraq, per sostenere la presenza cristiana irachena e la sua comunicazione in modo efficace.
Convocando l’incontro, in un appello diffuso online dal sito del Patriarcato, il primate aveva parlato di «situazione difficile e dura con la presenza cristiana minacciata da politiche di esclusione ed emarginazione», complice anche lo scoppio della pandemia di coronavirus. Nelle sue parole anche un riferimento alla Costituzione che, spiegava, «afferma che tutti i cittadini sono uguali ma le pratiche quotidiane non rispettano affatto questa uguaglianza ma offendono i cristiani, i loro diritti, libertà e religione». Come esempio Sako citava «i libri di istruzione scolastici pieni di discorsi religiosi che incitano alla discriminazione e all’odio». Non meno gravi, «le manovre di influenti partiti politici iracheni che hanno piazzato i propri rappresentanti nei seggi parlamentari riservati, come quota, agli appartenenti alla componente cristiana».
8 luglio 2020