Israele sotto attacco: le testimonianze raccolte dal Sir

Il vicario della Custodia di Terra Santa padre Faltas: «La violenza degli uomini ha toccato il cielo della Città Santa». Fratel Curran (Università cattolica di Betlemme): «Stiamo vivendo un grave momento di agitazione»

«Stasera Gerusalemme è vuota, triste, silenziosa». Il vicario della Custodia di Terra Santa padre Ibrahim Faltas parla all’agenzia Sir nella sera dell’attacco iraniano su Israele, ieri, 1° ottobre. «Quello che sta succedendo in queste ore in Terra Santa è quello che temevamo – afferma -. Il continuo aumento dell’odio, la violenza degli uomini verso altri esseri umani ha attraversato questa sera il cielo di Gerusalemme». E racconta: «Ero nella nostra chiesa a San Salvatore per il triduo in preparazione alla festa di San Francesco. Durante la recita dei Vespri abbiamo sentito il sibilo dei missili. Abbiamo pregato in silenzio preoccupati per i nostri fratelli, per la gente, per i Luoghi Santi. La violenza degli uomini ha toccato il cielo della Città Santa – prosegue -. Le luci dei missili hanno illuminato a giorno Gerusalemme, Betlemme, la Terra Santa».

Il francescano ricorda anche l’attentato a Tel Aviv, nel quale sono rimaste uccise 6 persone, oltre ai due attentatori. Quindi il suo pensiero torna alla Città Santa, rintanata nel suo silenzio, e al Paese intero, nel quale oggi, 2 ottobre, le scuole restano chiuse, «ed è aumentata la paura e l’incertezza» Non si intravede soluzione perché, rimarca, «non c’è una volontà forte di pace dei governanti, la stessa pace che invece l’umanità vuole e desidera perché è l’unica speranza per continuare a vivere». Al Sir padre Faltas spiega che le prossime ore saranno indicative perché, se «era possibile prevedere una reazione iraniana, ora già viene annunciata una risposta israeliana. Non so cosa succederà, non ho visto e non vedo scendere in campo un concreto coinvolgimento della diplomazia internazionale che poteva evitare una escalation così devastante della guerra in Medio Oriente – riflette -. Vedo solo voglia di potere e di supremazia, non comprendo cosa i potenti del mondo prevedono per il futuro dell’umanità, non riesco a capire il disegno, vedo solo strategie di distruzione e di crudeltà. Preghiamo Dio onnipotente che fermi la violenza fratricida e sostenga tutta l’umanità sofferente».

I missili lanciati dall’Iran hanno sorvolato anche la Bethlehem Università, l’università cattolica di Betlemme, da cui arriva il messaggio del vicepresidente fratel Jack Curran, rilanciato dal Sir. L’ateneo cattolico, gestito dai Fratelli delle Scuole cristiane, che accoglie circa 3mila studente, si trova a 2 chilometri dalla basilica della Natività e a circa 8 da Gerusalemme, da cui arriva circa il 40% dei suoi studenti. Subito dopo la prima ondata di missili iraniani, fratel Curran scrive: «Fortunatamente, sembra che siano stati intercettati ed esplosi in aria, ma non siamo certi che qualcuno abbia raggiunto il suolo. Stiamo vivendo un grave momento di agitazione. In questo momento, attendiamo ulteriori notizie, poiché siamo stati informati che potrebbe esserci un’altra ondata di missili. Stiamo pregando fervidamente per la sicurezza di tutti». Al momento, riferisce, «non ci sono segnalazioni di feriti tra i nostri studenti, docenti, personale, ex studenti o le loro famiglie. Anche la comunità dei fratelli e il convento delle suore sono al sicuro, cosa di cui siamo profondamente grati. Che il nostro Dio buono e misericordioso ci benedica tutti con pace e sicurezza – la preghiera – e ci guidi verso un futuro in cui le spade vengono trasformate in vomeri».

2 ottobre 2024