La bellezza e la fragilità della famiglia nel libro delle Acli
“Viaggio dentro e oltre l’Amoris Laetitia”: il titolo dell’opera con la prefazione del presidente Cei Zuppi, presentata in Vicariato, alla presenza del vicegerente Reina
Da una parte una chiave di lettura alta, con un approccio ecclesiale; dall’altra un orientamento concreto, capace di rappresentare la bellezza e la fragilità della famiglia. Si muove tra questi due binari il libro “Il prisma della famiglia. Viaggio dentro e oltre l’Amoris Laetitia”, presentato ieri, 9 novembre, nel Palazzo del Vicariato, durante l’evento “Famiglia e benessere, verso un sistema di welfare innovativo con e per la famiglia”. Un appuntamento che è stato la seconda tappa del percorso laboratoriale organizzato dal dipartimento Famiglia e stili di vita delle Acli nazionali.
Proprio Lidia Borzì, consigliere di presidenza Acli con delega alla Famiglia e agli stili di vita, ha spiegato che l’opera «è un frutto corale che nasce dal territorio». Più esattamente, da un ciclo di seminari che le Acli hanno organizzato in tutta Italia partendo dall’esortazione apostolica di Papa Francesco “Amoris Laetitia”. Il libro, ha sottolineato, «poggia su quattro verbi: ascoltare le famiglie; interpretare la realtà con uno sguardo che metta al centro il territorio; agire con una azione concreta, come le Acli fanno da anni; infine immaginare una famiglia generativa non solo per i figli, ma anche per la coesione sociale». La famiglia infatti «”rende domestico il mondo” – ha aggiunto citando le parole di Papa Francesco -. Con la famiglia dobbiamo ripartire a parlare di pace. La pace non è solo nelle mani dei grandi del mondo, ma anche noi, con le nostre reti, con le nostre associazioni possiamo costruire legami di pace quotidiana. Bisogna ricordare che la famiglia è un incubatore di relazioni buone».
A firmare la prefazione del libro è il cardinale presidente Cei Matteo Zuppi, che alla presentazione ha inviato un videomessaggio. «Questa pubblicazione – sono le parole del porporato – propone una riflessione importante che parte dal basso, dal laboratorio concreto della vita di questo prisma che sono le famiglie, piene di tante sfaccettature. Esse sono indispensabili per la tenuta della società civile e anche per la Chiesa stessa. Mi auguro che questa riflessione posso portare a scelte concrete nel saper ritrovare la bellezza e la gioia dell’amore – l’auspicio -. Certamente ci aiuterà a proseguire la scelta di vicinanza e difesa della famiglia, che ritrova sé stessa guardando fuori, non chiudendosi ma spendendosi nella costruzione di una casa comune».
All’incontro di presentazione – moderato dalla giornalista Chiara Pazzaglia, delegata nazionale Acli per la comunicazione – è intervenuto anche il vicegerente della diocesi di Roma Baldo Reina, sottolineando che «da una parte ammiriamo la bellezza e la grandezza della famiglia, dall’altra ne costatiamo le fragilità. Forse – ha continuato – Amoris Laetitia ci ha insegnato che questo modello non funziona e non esiste la polarità. La sfida di questo tempo è quella di vedere la bellezza dentro le fragilità e le fragilità della famiglia come occasione di bellezza». Il vescovo ha fatto riferimento quindi alla sua esperienza pastorale, segnata dall’incontro con diverse famiglie ferite. «Al loro interno c’erano dei germogli di bene e su quello bisogna fare leva – ha affermato -. Questo libro ci aiuta a entrare dentro questa sfida di cambiamento di mentalità».
Nelle parole di Maria Grazia Fasoli, docente alla Pontificia Facoltà Teologica Marianum, quello di Amoris Laetitia – l’«essere lieti anche dentro al dolore e alle fatiche» – è un messaggio «contro corrente e scioccante» che «ci aiuta a capire come quando parliamo di famiglia parliamo di una realtà umana, esposta alla precarietà della vita, ma anche fondata sull’amore». Lo ha ribadito il presidente nazionale del Forum famiglie Adriano Bordignon: «La famiglia – ha affermato citando le parole del pontefice – è la conferma della benedizione di Dio per il suo popolo. Ma non si riferiva alla famiglia perfetta, ma a quella con le sue fragilità. Dobbiamo trovare il modo di raccontare la famiglia in modo diverso – ha proseguito -, di mostrare la bellezza di un progetto di vita che non vede sé stessi al centro. Questa è la grande sfida che abbiamo accolto con l’Amoris Laetitia».
Imparare a «cercare il bene anche nelle ferite» e a «non pensarci da soli» è l’invito che è arrivato anche da padre Marco Vianelli, direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale della famiglia. «Il modo di fare Chiesa non è solo sinodale ma anche collegiale: fare insieme le cose. Bisogna attivare dinamiche e percorsi diversi – l’esortazione -, anche in vista del Giubileo». A tirare le conclusioni dell’incontro, il vice presidente nazionale Acli Stefano Tassinari, che ha sottolineato il carattere «sociale» del documento di Francesco. «Penso che abbia parlato al cuore di molte persone – ha dichiarato -, è stata una carezza anche per chi ha vissuto la famiglia più come una fragilità. Il messaggio rivoluzionario che con le Acli portiamo avanti nei territori e a fianco delle diocesi è quello di restare umani in mezzo alle difficoltà e di tirare fuori questa l’umanità da questa fragilità».
10 novembre 2023