La Civiltà Cattolica, «rivista ponte», arriva a 4000

Tavola rotonda per celebrare i 4mila numeri. Padre Spadaro: «Al via le pubblicazioni internazionali in francese, inglese, spagnolo e coreano»

Tavola rotonda per celebrare i 4mila numeri. Padre Spadaro: «Al via le pubblicazioni internazionali in francese, inglese, spagnolo e coreano» 

«La Civiltà Cattolica non è mai stata e mai sarà una rivista sarcofago ma una rivista ponte, come ci chiede Papa Francesco». E proprio per questo motivo, spiega il direttore padre Antonio Spadaro, sarà pubblicata, oltre che in italiano, anche in francese, inglese, spagnolo e coreano. «Avremo articoli di gesuiti che scrivono in queste lingue in modo da svolgere un compito di collegamento importante». Una novità presentata in occasione della tavola rotonda per la pubblicazione, dopo 167 anni di storia, del fascicolo numero 4000, che si è svolta nella sede di Porta Pinciana, sabato 18 febbraio.

Un dialogo, introdotto e moderato da Spadaro, al quale hanno partecipato Giuliano Amato, giudice della Corte costituzionale, Emma Fattorini, senatrice e docente di Storia contemporanea, e Andrea Riccardi, storico e fondatore della comunità di Sant’Egidio. Padre Spadaro ha ricordato alcuni tratti caratteristici de La Civiltà Cattolica, da sempre scritta solo da gesuiti e molto vicina al pontefice. «Una rivista di cultura ma non accademica, seria ma al contempo popolare», che affronta un ampio ventaglio di argomenti: nel quaderno numero 4000 spaziano dal rapporto tra i gesuiti de La Civiltà Cattolica e la politica italiana nel dopoguerra ad alcune riflessioni su Fellini e Bob Dylan.

Una rivista nata internazionale nel 1850, divenuta nazionale nel 1861, che ridiventa internazionale nel 2017. E che torna a esserlo da Roma, «luogo dove risiede non solo un leader religioso importante, ma anche un leader morale e, in certo senso, politico di livello internazionale». «Questa rivista vuole dire al suo pubblico – ha spiegato Spadaro – che oggi c’è spazio per una riflessione “in mare aperto” che non intende difendere idee cattoliche, ma incarnare lo sguardo di Cristo sul mondo».

civiltà cattolica - presentazione numero 4000A ripercorrere con le sue osservazioni la storia di Civiltà Cattolica è stata Emma Fattorini, che ha indicato alcuni punti critici emersi dalle sue pagine: dal “gesuitismo” all’intransigentismo, fino ai silenzi sulla questione ebraica o sulla morte di Manzoni e di don Milani. «Una rivista che ha accompagnato la storia della Chiesa e del Paese non senza ambivalenze eppure sempre in prima linea nella lettura del presente. La Civiltà Cattolica – ha affermato – fu spesso in ritardo nell’acquisire una piena riconciliazione con la modernità». Ma sono numerosi anche gli elementi positivi di una rivista «capace di grandi aperture» e di «approfondite e articolate letture della vita culturale, politica e religiosa dell’Italia e della Chiesa cattolica». Riccardi ha affermato invece che «il numero 4000 è già una sfida vinta».

La Civiltà Cattolica «è una rivista vicina al papato, ma non una rivista di corte né è mai stata la “voce del padrone”». Il segreto? «Il fatto di avere alle spalle un gruppo culturale autonomo, che opera costantemente la mediazione tra la visione del Papa e un popolo di lettori». Poi, lo storico ha aggiunto: «Questa è l’unica rivista nel nostro Paese che oggi pensa la politica». Nelle parole di Amato il valore della rivista in un’epoca segnata dal relativismo: «Questa è una pubblicazione ricca di contenuti e che si fa leggere». Il giudice costituzionale ha insistito poi sulla capacità della redazione di «stare sulla frontiera» e, con una lunga digressione sul valore e la difesa della vita umana, di aiutare a «ricercare e a capire quali siano le frontiere oltre le quali non possiamo andare».

 

20 febbraio 2017