La Giornata mondiale del malato “sbarca” in Terra Santa

Papa Francesco ha scelto la Terra di Gesù per celebrare in forma solenne la ventiquattresima edizione dell’appuntamento

Papa Francesco ha scelto la Terra di Gesù per celebrare in forma solenne la ventiquattresima edizione dell’appuntamento

Nazareth è il luogo dove «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi», ma è anche il luogo dove Gesù «ha dato inizio alla sua missione salvifica». Nell’anno del Giubileo Straordinario della Misericordia, il Papa ha scelto per la prima volta di celebrare in forma solenne, in Terra Santa, la ventiquattresima Giornata mondiale del malato, in programma come da tradizione l’11 febbraio, giorno in cui la Chiesa festeggia la Beata Vergine di Lourdes. Il tema del Messaggio dedicato alla Giornata – diffuso lo scorso settembre – è quello delle nozze di Cana, ma ha anche un legame speciale con il Giubileo: «Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria: “Qualunque cosa vi dica, fatela”».

Le celebrazioni per la speciale Giornata dureranno una settimana: quelle principali si svolgeranno a Nazareth, nella basilica dell’Annunciazione, ma per «evitare tensioni» e permettere ai malati di superare i muri e le barriere architettoniche anche a Ramallah e a Betlemme. Il 9 febbraio, presso il Pontificio Istituto Notre Dame Center a Gerusalemme, il Convegno con la partecipazione degli ordinari cattolici di Terra Santa. Il 10 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, la processione dal Getsemani al Santo Sepolcro. Nel pomeriggio, i vespri a Nazareth con la processione “aux flambeaux”.

La Giornata mondiale del malato, quest’anno, potrà contare anche  sull’intercessione di due Sante originarie della Terra di Gesù: Santa Mawria Alfonsina Danil Ghattas, nata a Gerusalemme, fondatrice della Congregazione del Santo Rosario e morta ad Ain karem nel 1927, e a Santa Maria di Gesù Crocifisso Baouardy, nata ad Abellin in Israele, che fondò  il primo Carmelo a Betlemme, dove morì nel 1878. La sua tomba è ancora oggi meta di pellegrinaggio da parte di cristiani e musulmani. Entrambe sono state canonizzate a Roma da Papa Francesco il 17 maggio 2015. Indulgenza plenaria e parziale anche per chi non può partecipare alle celebrazioni ma assiste i malati.

La Giornata mondiale del malato può
essere un’occasione per «favorire l’incontro con l’ebraismo, con l’islam e con le altre nobili tradizioni religiose», per combattere «ogni forma di chiusura e di disprezzo» ed espellere «ogni forma di violenza e di discriminazione», come auspica il Papa nella Bolla di indizione del Giubileo. Lo ha detto monsignor Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, presentando in Sala Stampa vaticana la Giornata mondiale del malato.

Grazie all’Elemosineria Apostolica,
in occasione della Giornata mondiale del malato si potranno ottenere due forme di indulgenza: plenaria o parziale, ha annunciato padre Augusto Chendi, sottosegretario del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, spiegando che l’indulgenza plenaria potrà essere ottenuta «una volta al giorno alle solite condizioni», ed anche «applicare in suffragio alle anime dei fedeli defunti», partecipando, dal 7 al 13 febbraio, nella basilica dell’Annunciazione a Nazareth o in altri luoghi, alle celebrazioni. Anche i «i fedeli che negli ospedali pubblici o in qualsiasi casa privata» assistono i malati e a causa del loro servizio non possono partecipare alle funzioni riceveranno l’indulgenza plenaria, così come i malati che «per età avanzata» o altre ragioni simili sono impediti a prendere parte alle cerimonie.

Indulgenza parziale, invece, a tutti
i fedeli che «rivolgeranno a Dio misericordioso, con cuore contrito, devote preghiere in aiuto degli infermi». Indulgenza plenaria, infine, per chi attraversa una delle tre Porte Sante della Misericordia aperte in Terra Santa -– a Nazareth, a Betania e nel Getsemani – oppure il 10 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, partecipa alla processione dal Giardino del Getsemani alla basilica del Santo Sepolcro o sceglie di celebrare i Vespri presso la basilica dell’Annunciazione a Nazareth, seguiti dalla processione mariana “aux flambeaux”.

«Il mese di febbraio è uno dei mesi più freddi e piovosi dell’anno. Le barriere architettoniche e topografiche non facilitano gli spostamenti di chi ha problemi motori. La volontà dei fedeli di partecipare maggiormente all’evento cozza contro muri e barriere, transitabili solo con permessi militari». È nata da qui la volontà di «moltiplicare le celebrazioni principali» della Giornata mondiale del malato, che si celebrerà in Terra Santa non solo a Nazareth ma anche a Ramallah e a Betlemme. Lo ha spiegato padre Pietro Felet, segretario generale dell’Assemblea degli Ordinari cattolici di Terra Santa e referente locale per l’organizzazione di questa edizione della Giornata mondiale del malato. «Le tensioni politiche consigliano di evitare luoghi contesi per incontri», ha detto ai giornalisti.

«L’Eucaristia – ha proseguito – sarà sempre il centro della Giornata e il momento in cui si celebrerà in particolare un mistero della vita di Gesù: Gesù in mezzo al suo popolo (Ramallah), Gesù nato per noi (Betlemme), Gesù risorto per noi (Santo Sepolcro), il dramma di Gesù (Getsemani), Gesù alla scuola di Maria (Nazareth), Gesù annuncia il Regno (Beatitudini)». L’unzione degli ammalati sarà amministrata per bene tre volte e in tre luoghi diversi da vescovi cattolici di diversi riti, anche a Ramallah per i cristiani che vivono nel Nord della Palestina e a Betlemme per quelli del Sud della Palestina. Il Mercoledì delle Ceneri sarà celebrato al Getsemani l’atto penitenziale con la benedizione delle ceneri sotto i plurisecolari olivi e l’imposizione delle stesse prima di oltrepassare la Porta della Misericordia. La settimana della Giornata mondiale del malato, ha reso noto inoltre padre Felet, è costellata di visite ad opere di assistenza caritativa e istituti sanitari: la Chiesa cattolica è presente in 13 strutture ospedaliere, con 8 case di accoglienza per persone anziane e sole e con 14 istituti per bambini abbandonati, orfani o diversamente abili. (Michela Nicolais)

28 gennaio 2016