La lettura della Laudato si’ nella parrocchia di San Pio X

L’iniziativa accompagnata da introduzioni di studiosi e parlamentari con il commento del parroco monsignor Andrea Celli

Nel solco della proposta del Papa e della diocesi di Roma, per rilanciare i temi della difesa dell’ambiente. È l’iniziativa della parrocchia di San Pio X alla Balduina, che nelle scorse settimane ha proposto la lettura dell’enciclica Laudato si’ in diretta streaming dal sito della parrocchia, arricchita da alcune introduzioni di studiosi e parlamentari.  Un’iniziativa in vista della settimana Laudato si’, avviata dal Papa al Regina Coeli di domenica scorsa, nella quale si ricorda il quinto anniversario della pubblicazione dell’enciclica, e in coerenza con il programma diocesano che aveva avviato l’iniziativa “Insieme per la nostra casa comune (è possibile rivedere le quattro serate direttamente dal sito della parrocchia).

Il parroco, monsignor Andrea Celli, ha sottolineato come sia necessario, soprattutto oggi – riprendendo l’esortazione del cardinale Angelo De Donatis – «prendere a cuore la grandezza, l’urgenza e la bellezza della sfida di proteggere la nostra casa comune. L’enciclica rappresenta l’ultimo splendido tassello della dottrina sociale della Chiesa,  dove il cristiano può trovare un’occasione unica per dar senso alle verità dell’uomo su cui in questi giorni stiamo particolarmente riflettendo, facendo propria tutta la Scrittura, la Tradizione ed il Magistero della Chiesa».

parrocchia san pio x nuovi parroci 2019La lettura completa è stata suddivisa in quattro parti. Un commento sul III e IV capitolo, tenuto da Carlo Alberto Pratesi, ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Roma Tre, ha posto l’accento sul tema della sostenibilità, partendo dal concetto che l’uomo nei primi millenni ha puntato tutto sullo sviluppo, con la certezza che maggior produzione e maggior consumo avrebbero comportato maggiori livelli di benessere. «Oggi, invece, ci si è resi conto che il nostro sistema, oltre a produrre ingiustizie sociali, sta causando danni significativi all’ambiente e quindi all’uomo stesso. I tre pilastri su cui contare – ha aggiunto Pratesi – sono l’ambiente, la società e poi l’economia. L’obiettivo di sostenibilità vuol dire prevedere un sistema per fare in modo che l’umanità duri nel tempo».

La parlamentare Marianna Madia, nell’introduzione al capitolo V sulle caratteristiche fondanti della buona politica, ha riflettuto su come l’enciclica abbia un significato oggi ancora più profondo. «Ci chiama a capire cosa dovrebbe essere oggi la politica, ovvero una politica che sceglie il dialogo come metodo, che deve alimentare processi e lo deve fare capendo che ci sono soluzioni solo a livello globale, per cui i processi che la politica alimenta devono essere processi internazionali».

La senatrice Isabella Rauti ha evidenziato come la parola “politica” compaia 35 volte nell’intero documento e ben 25 volte nel capitolo V. «L’ambiente non è stato al centro dell’agenda politica dei governi – prosegue la senatrice – perché è un impegno a lungo termine. Il difetto della politica è inseguire risultati immediati, a corto respiro, da interesse elettorale, da messaggi comunicativi ridotti. La politica risponde con lentezza alle sfide mondiali, c’è un nodo di fondo, la dimensione economico-finanziaria è globale, mentre la politica non lo è e quindi non riesce ad incidere. L’enciclica suggerisce il principio della sussidiarietà, una responsabilità collettiva, serve quindi la pressione della popolazione e la partecipazione dei cittadini».

Nella quarta e ultima serata è stato affrontato il VI capitolo sull’educazione e spiritualità ecologica. «Il Papa ci ha fatto comprendere in questo prezioso documento – ha concluso il parroco – che il progetto “storia e nostra storia” non può essere altro che in armonia con tutto il cosmo, non possiamo essere padroni di noi stessi. Se vogliamo veramente acquisire la gioia evangelica dobbiamo vivere da protagonisti della nostra storia. Dobbiamo farci piccoli ed umili per poter vedere le grandezze del cielo, il vento, l’aria, il sole, le stelle, la luna, l’acqua, e per abbracciare la morte, perché per noi è un ritorno al Padre. Siamo inseriti in un mistero più grande di noi, il mistero della vita, che definiamo progetto di Dio, più alto della sofferenza, della malattia e perfino della morte, perché è progetto di resurrezione, mistero pasquale, che pervade ed illumina tutto il creato e tutto l’uomo nella sua integralità, l’uomo che è un’opera meravigliosa voluta da Dio, in armonia con il creato, Laudato si’ o mi Signore». (di Andrea Ridolfi)

20 maggio 2020