Le persone con disabilità, “parte” attiva della comunità ecclesiale
Al Divino Amore il primo incontro del nuovo Servizio diocesano. Zuppi (Cei): «Non discutere più sulle idee ma riconoscere le persone». Le testimonianze di parrocchie, famiglie e associazioni
Non un convegno ma «un primo incontro» nel quale condividere «non un’idea ma una realtà» fatta «di persone alle quali vogliamo bene, persone esattamente come noi». Così don Luigi D’Errico, responsabile del Servizio diocesano per la pastorale delle persone con disabilità, ha definito l’appuntamento di ieri pomeriggio, 3 dicembre, al santuario del Divino Amore, a Castel di Leva, nella Giornata internazionale delle persone con disabilità. Sul tema scelto per orientare la riflessione – “Io sono parte” – si è focalizzato nel suo videomessaggio di saluto il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, che ha sottolineato come «ogni persona con le sue abilità è sempre parte e mai un’isola» e dunque è «collegata agli altri», poiché «siamo tutti parte gli uni degli altri» e «abbiamo bisogno della ricchezza straordinaria di ognuno». È importante, sono state ancora le parole del porporato, «non discutere più di idee» sul tema della disabilità ma è invece «il momento di prendere consapevolezza e riconoscere le persone», affrontandone «le fragilità».
Nel suo saluto, letto dal cardinale Enrico Feroci, rettore del Santuario del Divino Amore, anche il vicario generale Angelo De Donatis ha evidenziato come «ogni essere umano è prezioso», auspicando che il nuovo Servizio istituito in diocesi «vada a rafforzare la vicinanza, il sostegno e la valorizzazione delle persone con disabilità e delle loro famiglie». Per il presule è importante ricordare che, nell’ambito del cammino sinodale, dalla sintesi dell’ascolto delle diverse realtà diocesane emerge come «le persone con disabilità ambiscono a una vita gioiosa al servizio degli altri e del Vangelo»; da qui l’invito a «camminare sempre più insieme», guardando a un «cantiere pastorale enorme e importante nel quale sostenerci a vicenda». Anche per lo stesso Feroci è fondamentale, per procedere in questa direzione, «porre al centro della comunità parrocchiale la persona con disabilità e stare intorno a lei in base ai suoi bisogni», facendo «battere il nostro cuore per Gesù», come «ha battuto quello di Maria, che ha santificato questo luogo che è di conforto per tante persone e tante famiglie che vivono una difficoltà».
A uno «sguardo più profondo sulla disabilità» ha invitato il vescovo ausiliare Dario Gervasi, delegato per la pastorale familiare del Vicariato, a cui il nuovo Servizio afferisce; in particolare il presule ha elencato i tre elementi «che abbiamo messo a fuoco per attuare un cambio di mentalità rispetto alla disabilità: l’accoglienza che porti le persone disabili a essere parte attiva e non solo che riceve; l’abbattimento di barriere non solo architettoniche ma anche mentali; la valorizzazione delle diverse realtà presenti su Roma, come l’eccellenza del Consultorio familiare del Quadraro, che è l’unica realtà per il centro-sud Italia a offrire prestazioni per donne disabili».
A dare voce alle parrocchie che operano con e per le persone con disabilità, è intervenuto don Francesco Zanoni, parroco di San Giovanni Battista De La Salle, che ha riferito degli incontri settimanali «che ogni sabato pomeriggio faccio con i ragazzi disabili, segno dell’amore di Dio, che mi hanno insegnato tanto, prima di tutto a non nascondere le proprie fragilità». Alla luce di esperienze concrete come questa e come quella di Elisabetta Gambardella, logopedista e interprete Lis, sposata con Riccardo, sordo dalla nascita e che «la Chiesa ha fatto e fa sentire abbracciato», o, ancora, di Stefano Capparucci, della Comunità di Sant’Egidio, che all’ospedale San Camillo opera per il servizio prelievi alle persone non collaboranti, suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale Cei per la pastorale delle persone con disabilità, ha osservato come per affrontare il tema dell’inclusione autentica delle persone disabili serve «una cultura nuova», insieme «al fare rete, perché la rete è un moltiplicatore».
Di questo avviso anche Barbara Funari, assessore alle Politiche sociali e alla salute di Roma Capitale, che ha parlato della «responsabilità comune» come di «una grande occasione per lavorare non solo sul presente ma anche avendo una prospettiva sul futuro», affinché «cambiando i tempi e i modi ci siano ricadute concrete nella vita delle persone». Sulla stessa linea anche Mariella Tarquini, presidente della Consulta per i diritti delle persone con disabilità o con problemi della salute mentale dell’VIII municipio. «Siamo un fattore sociale di unità – ha detto -. Portando semplicemente la nostra vita e il nostro vissuto vogliamo mettere al centro la persona, per evitare qualunque isolamento, facendo rete e bussando alla porta delle istituzioni».
4 dicembre 2023