Con l’iniziativa “Riparte il futuro” le due associazioni chiedono al Governo di non scendere a «compromessi» e di fare «scelte chiare, coerenti, credibili e radicali contro la corruzione e le mafie»
Un messaggio ben preciso, una raccolta firme per passare dalla “teoria” ai fatti. Il governo deve fare un passo indietro sulla nuova norma sull’autoriciclaggio. A chiederlo sono Libera e Gruppo Abele con una grande mobilitazione: “Riparte il futuro”. «Necessario e fondamentale ascoltare la voce di 650mila cittadini su Riparte il futuro che chiedono al Governo di fare un passo indietro – dichiara don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e Gruppo Abele -. Una richiesta fatta con rispetto ma con forza per dirci con chiarezza che corruzione, truffa, appropriazione indebita, evasione fiscale, finanziamento illecito ai partiti rimarrebbero, per come è oggi formulata la norma, fuori dalle pene previste per il nuovo reato di autoriciclaggio. Questo non è possibile: la vera lotta ha bisogno non di compromessi ma di scelte chiare, coerenti, credibili e radicali contro la corruzione, le forme di illegalità e le mafie», aggiunge.
“Riparte il futuro” chiede invece di tornare al testo che il ministro della Giustizia Andrea Orlando aveva presentato in Consiglio dei ministri lo scorso 29 agosto, con la previsione per l’autoriciclaggio di «un delitto indipendente dalla sanzione prevista per i cosiddetti “reati presupposto” e senza la scappatoia dell’utilizzo personale». L’attuale formulazione dell’autoriclaggio contenuta nel disegno di legge dell’esecutivo è invece – si legge nel testo della petizione, «l’esatto contrario di quello che serve per la lotta alla corruzione e alla criminalità economica e mafiosa», lasciando fuori dalle pene previste reati come corruzione, truffa, appropriazione indebita, evasione fiscale, finanziamento illecito ai partiti. Non solo. L’attività dei giudici «diventerebbe comunque difficilissima anche per i reati più gravi come quelli di mafia, perché sarebbero obbligati a dimostrare che quei soldi sporchi sono stati reimmessi nell’economia del Paese e non usati per godimento personale».
«Vogliamo una norma senza questi ostacoli paradossali – spiegano i promotori della campagna -. Una legge sull’autoriciclaggio non “annacquata”, senza inciampi per chi indaga e scappatoie per i furbi, con pene certe e proporzionate. Chiediamo al Governo di fare immediatamente un passo indietro. Niente compromessi con chi ci ruba il futuro, niente sconti a corrotti e mafiosi».
29 settembre 2014