Libia, Gentiloni: quella politica è l’unica soluzione
Il ministro degli Esteri riferisce alla Camera sulla crisi libica: il tempo non è infinito, serve un cambio di passo a livello internazionale
Il ministro degli Esteri riferisce alla Camera sulla crisi libica: il tempo non è infinito, serve cambio di passo a livello internazionale
«Siamo in prima fila di fronte al terrorismo. E questo non è l’annuncio di avventure né tantomeno di crociate. È quello che stiamo facendo nella coalizione militare anti-Isis. È il modo in cui un Paese civile risponde alla barbarie». Lo dice il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni riferendo alla Camera sulla crisi libica.
C’è il rischio saldatura Isis-gruppi locali. «Il deterioramento della situazione sul terreno impone un cambio di passo della comunità internazionale prima che sia troppo tardi. L’Italia – aggiunge – è pronta ad assumersi responsabilità di primo piano: è pronta al monitoraggio del cessate il fuoco, al mantenimento della pace, a lavorare per la riabilitazione delle infrastrutture, per l’addestramento militare in un quadro di integrazione con l’esercito regolare, siamo pronti a curare e sanare le ferite della guerra e siamo pronti a riprendere il vasto programma di cooperazione con la Libia».
Sbarchi aumentati del 50 per cento, «indegno voltarsi dall’altra parte». «Il numero degli sbarchi è molto aumentato rispetto allo scorso anno. Dal primo gennaio a metà febbraio, sono sbarcate 5.302 persone. Mentre nello stesso periodo dello scorso anno gli sbarchi erano stati 3.338. Non era quindi Mare nostrum ad attirare gli sbarchi», sottolinea Gentiloni. «Ad oggi dall’inizio dell’anno – aggiunge- gli sbarchi sono aumentati del 50 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». Di fronte a questa tragedia, «non possiamo voltarci dall’altra parte lasciando i migranti al loro destino. Non sarebbe degno della civiltà che ha fatto grande l’Italia. Dobbiamo essere chiari sulla situazione che si sta determinando. Mentre il negoziato muove primi passi la situazione si aggrava e il tempo non è infinito. L’Europa è una superpotenza economica: può andare oltre i 50 milioni l’anno che oggi vengono spesi per fronteggiare questa emergenza».
Tempo non infinito, serve cambio passo internazionale. L’unica soluzione alla crisi libica «è quella politica», dice il ministro, sottolineando l’importanza dell’azione diplomatica. «L”Italia – ha spiegato in tal senso Gentiloni – ha deciso, sin dal primo momento di sostenere senza sosta lo sforzo di mediazione delle Nazioni unite» in Libia, condotto dall’inviato speciale Bernardino Leo’n. Dopo le due sessioni di dialogo a Ginevra «l’incontro di Ghadames dell’11 febbraio scorso ha visto la partecipazione per la prima volta del governo di Tripoli. È stato un passo nella direzione giusta, e ci siamo arrivati con grande impegno». Gentiloni ha spiegato che l’Italia «è in prima fila di fronte al terrorismo. E questo non è l’annuncio di avventure né tantomeno di crociate. È quello che stiamo facendo nella coalizione militare anti-Isis. È il modo in cui un Paese civile risponde alla barbarie». La situazione in Libia presenta un «grave deterioramento del quadro di sicurezza. È evidente il rischio di saldatura tra gruppi locali e Isis», aggiunge il ministro che spiega come «il tempo non sia infinito» e che serve, da parte della comunità internazionale, «un cambio di passo prima che sia troppo tardi». L’Italia, ha aggiunto il ministro degli Esteri, «è pronta ad assumersi responsabilità di primo piano».
18 febbraio 2015