«L’Unione europea sembra in grado di scampare la recessione»

È il dato che emerge dalle Previsioni economiche d’inverno, illustrate a Bruxelles dal commissario Paolo Gentiloni. Ma «i venti contrari rimangono forti». Il Pil italiano dovrebbe crescere dello 0,8% nel 2023, per poi salire all’1% nel 2024

«La buona notizia è che l’economia dell’Unione europea è entrata in questo anno con un passo migliore rispetto a quanto atteso e sembra in grado di scampare alla recessione». Ci sono timidi segnali positivi nelle Previsioni economiche d’inverno illustrate ieri, 13 febbraio, a Bruxelles dal commissario Ue Paolo Gentiloni. Resta un clima di incertezza generalizzata, ha rimarcato, a motivo della situazione internazionale e in relazione soprattutto all’inflazione, ma, «quasi un anno dopo l’avvio della guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, l’economia dei ventisette Paesi Ue è entrata nel 2023 su una base migliore di quanto previsto in autunno». Si alzano quindi le prospettive di crescita per quest’anno, che toccano lo 0,8% nell’Ue e lo 0,9% nell’area dell’euro. Il tasso di crescita per il 2024 rimane invariato, rispettivamente all’1,6% e all’1,5% per l’Ue e l’area dell’euro. La recessione tecnica si allontana, e anche le proiezioni sull’inflazione migliorano sia per il 2023 che per il 2024.

«Dopo la robusta espansione nella prima metà del 2022, lo slancio della crescita si era attenuato nel terzo trimestre scorso. Nonostante shock avversi ed eccezionali, l’economia dell’Ue – si legge nella nota che accompagna le Previsioni – ha evitato la prevista contrazione del quarto trimestre. Il tasso di crescita annuo per il 2022 è ora stimato al 3,5% sia nell’Ue che nella zona euro». In sostanza gli sviluppi favorevoli «hanno migliorato le prospettive di crescita per quest’anno. La continua diversificazione delle fonti di approvvigionamento e il forte calo dei consumi hanno lasciato i livelli di stoccaggio del gas al di sopra della media stagionale degli anni passati e i prezzi all’ingrosso del gas sono scesi ben al di sotto dei livelli prebellici». Anche il mercato del lavoro dell’Ue «ha continuato a registrare ottimi risultati, con il tasso di disoccupazione rimasto al minimo storico del 6,1% fino alla fine del 2022».

Nell’analisi della Commissione europea, insomma, «la fiducia sta migliorando e le indagini di gennaio suggeriscono che anche l’attività economica è destinata a evitare una contrazione nel primo trimestre del 2023». Certo, «i venti contrari rimangono forti». Consumatori e imprese «continuano a far fronte a costi energetici elevati e l’inflazione è ancora in aumento a gennaio, erodendo ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie – si legge ancora nella nota -. Con il persistere delle pressioni inflazionistiche, la stretta monetaria è destinata a continuare, pesando sull’attività economica ed esercitando un freno agli investimenti». Nelle parole del commissario Gentiloni, «gli europei devono affrontare ancora un periodo difficile. La crescita dovrebbe ancora rallentare sulla scia di forti venti contrari e l’inflazione abbandonerà la sua presa sul potere d’acquisto solo gradualmente nei prossimi trimestri». Quindi, una considerazione: «Grazie a una risposta politica unitaria, l’Ue ha superato le tempeste che hanno colpito le nostre economie e le nostre società dal 2020. Dobbiamo mostrare la stessa determinazione e ambizione nell’affrontare le sfide che ci troviamo ad affrontare adesso». Il riferimento, naturalmente, è alla guerra in Ucraina e alle sue conseguenze economiche ed energetiche.

Per quanto riguarda l’inflazione, «tre mesi consecutivi di moderazione indicano che il picco è stato superato. Dopo aver raggiunto il massimo storico del 10,6% a ottobre, l’inflazione è diminuita e la stima rapida di gennaio indica che scenderà all’8,5% nella zona euro. Il calo è stato determinato principalmente dai beni energetici in discesa». Ora «le previsioni di inflazione sono state riviste leggermente al ribasso rispetto all’autunno, riflettendo principalmente l’andamento del mercato dell’energia». Nell’Ue, insomma, l’inflazione complessiva dovrebbe scendere dal 9,2% nel 2022 al 6,4% nel 2023 e al 2,8% nel 2024. Nella zona euro dovrebbe scendere dall’8,4% nel 2022, al 5,6% nel 2023 e al 2,5% nel 2024.

Nonostante un’incertezza ancora elevata, per la Commissione «i rischi per la crescita sono sostanzialmente bilanciati. La domanda interna potrebbe risultare più elevata del previsto qualora i recenti cali dei prezzi del gas all’ingrosso dovessero ripercuotersi più fortemente sui prezzi al consumo e i consumi si dimostrassero più resilienti. Tuttavia, non si può escludere una potenziale inversione di tale calo dei prezzi, visto il protrarsi delle tensioni geopolitiche». Anche la domanda esterna «potrebbe rivelarsi più robusta in seguito alla riapertura della Cina, cosa che potrebbe tuttavia alimentare l’inflazione a livello mondiale».

Relativamente all’Italia, il Pil dovrebbe crescere dello 0,8% nel 2023, per poi salire all’1% nel 2024. L’inflazione si attesterebbe quest’anno al 6,1%, per scendere al 2,6% il prossimo anno. Per il nostro Paese gli esperti della Commissione prevedono una ripresa «graduale» dell’economia, tale da evitare «la recessione tecnica per il 2023». La strada da seguire, ha rimarcato Gentiloni, passa per investimenti, riforme e una cura particolare per l’attuazione del Pnrr. «L’Italia ha avuto una crescita post Covid molto forte – ha rilevato -. Se osserviamo i dati dal 2021 ci rendiamo conto che questa risposta anche in termini semplicemente numerici è tra le più positive in Europa». I fattori sarebbero essenzialmente due: «Il primo legato al fatto che la crisi del 2020 era stata più profonda in Italia che in altri Paesi; e l’altro, che noi italiani conosciamo, è il dinamismo e la capacità di risposta del nostro sistema economico, con le imprese, il lavoro». Interrogato quindi sulla clausola di salvaguardia generale che sospende il Patto di stabilità ha dichiarato: «Penso che sarà ragionevolmente terminata alla fine dell’anno».

14 febbraio 2023