Madre Teresa, la «Santa del Giubileo»

Tutto il suo insegnamento è basato sulla misericordia. Padre Brian e Sister Serena la ricordano a pochi mesi dalla canonizzazione

Tutto il suo insegnamento è basato sulla misericordia. Padre Brian e Sister Serena la ricordano a pochi mesi dalla canonizzazione 

«Madre Teresa non ha avuto le stigmate, ma ha vissuto nel suo spirito il dolore di Gesù nell’orto del Getsemani», questo il suo “buio”, ma attraverso il quale «provò la gioia dell’abbandono e dell’amore» spiega padre Brian Kolodiejchuk, postulatore della causa di canonizzazione di Madre Teresa e Superiore Generale dei Padri Missionari della Carità. Venerdì 17 giugno, in attesa che venga proclamata santa il prossimo 4 settembre, il centro giovanile “Il Centro” di via delle Sette Sale ha dedicato la prima delle serate della festa estiva a Madre Teresa, ospitando con la moderazione di Marina Ricci, ex vaticanista del tg5, padre Brian e Sister Serena. Entrambi hanno conosciuto in prima persona Madre Teresa; nel tempo hanno avuto un rapporto privilegiato potendole stare accanto in più occasioni: «Anche se tutti potrebbero dire la stessa cosa – ha puntualizzato sorridendo Sister Serena – tutti per Madre Teresa erano unici e speciali».

Padre Brian ha spiegato l’ardente
amore di Dio della Madre: «Un’enorme solitudine e il tormento del pensare di non essere voluta», ma che, ha raccontato Sister Serena, ha portato alla sua «radicale ed eroica obbedienza e alla capacità di annullarsi per dare posto a Gesù». La storia di Madre Teresa è nota. Il 10 settembre del 1946 fu il giorno «dell’ispirazione», in cui ebbe «la chiamata nella chiamata» ha spiegato Padre Brian, a lasciare il suo ordine e fondarne uno nuovo, le Missionarie della Carità, al servizio dei più poveri: «frutto di un dialogo appassionato quanto reale con Gesù.

Alcune sue lettere – ha aggiunto
padre Brian – testimoniano che da quel giorno e fino alla metà dell’anno successivo Madre Teresa sentì la voce di Gesù, un fenomeno mistico definito “locuzione interiore” con cui conversava intimamente con lui. Gesù le confidò la sua sete di amore e di anime e la mandò nelle periferia di Calcutta», per questo, ha spiegato il superiore, accanto al crocifisso la scritta “I thirst”, ho sete, una sete che Madre Teresa provò per Gesù e che cercò di saziare guardando il volto dei più poveri.

Sister Serena ha un ricordo
“normale” di Madre Teresa, ma estremamente speciale nella sua quotidianità: «Una volta stavo firmando malamente dei fogli, ma lei mi disse: “Cerca di fare di ogni tua firma un atto di amore”, quel giorno ho imparato che anche l’azione più insignificante può essere trasformata in un’offerta preziosa». Per Padre Brian Madre Teresa è la santa di questo Giubileo: «Dio fa i Santi a seconda dell’epoca in cui viviamo – ha spiegato -. Io penso che oggi c’è soprattutto mancanza d’amore e la povertà più grande nel mondo di oggi è sentirsi non amati, non voluti, soli e abbandonati. L’esperienza di Madre Teresa è stata questo tipo di sofferenza e la sua risposta è stata fare le cose ordinarie con amore, in modo straordinario, e ci dice che tutti possiamo imitarla».

I Missionari della Carità, ricorda
padre Brian, sono un esempio concreto di misericordia: «Tutte le opere delle suore e le nostre sono opere di Misericordia – continua -. Tutto l’apostolato delle suore è mostrare l’amore misericordioso di Dio. Come dice Gesù in Matteo, 25 “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”, e questo è il misticismo di Madre Teresa: credere che in ogni persona c’è Gesù, soprattutto tra i poveri più poveri».

 

20 giugno 2016