Mariangela, storia di rinascita. La svolta con Chiara Amirante

Abbandonata dai genitori, caduta nella trappola delle sette, l’incontro decisivo con la fondatrice di Nuovi Orizzonti. Un’esperienza raccontata in un libro

Abbandonata dai genitori, non dà alcun valore alle persone ma incontra Luca, un ragazzo cattolico che «se ne andrà in Paradiso pochi giorni prima del matrimonio». Da lì la discesa agli inferi, incappa in una setta, e la sconvolgente richiesta di iniziazione: uccidere Chiara Amirante, la fondatrice della Comunità Nuovi Orizzonti, nota per aver salvato tante vite di ragazzi perduti. Ne scaturirà invece un incontro commovente e la riconciliazione con la Chiesa grazie a una lettera dell’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Joseph Ratzinger.

 È la vicenda di Mariangela Calcagno raccontata in un libro “Sono rinata”, edito da Shalom (pp.224, 9 euro), di cui il cardinale Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, ha siglato la prefazione. Il porporato, intervenuto ieri, 21 marzo, alla presentazione del volume alla Lumsa, ha sottolineato che «la storia di Mariangela sembra un romanzo. Quando si comincia, si sente il bisogno di arrivare in fondo. E grida una verità particolarmente necessaria: l’importanza dell’amore dei genitori, e soprattutto della mamma, che Madre Teresa definiva il santuario dell’amore di Dio. A Mariangela è mancato questo amore, e la ferita l’ha segnata per tutta la vita».

Nel libro si narra una avventura celata nel buio a cui farà seguito una meravigliosa rinascita, e che è la vita di Mariangela. La perdita di Luca riapre infatti una ferita nel cuore della ragazza, che diventerà rabbia verso Dio. E in quella notte del lontano dicembre del ’96, dirigendosi verso la sede di Nuovi Orizzonti, allora a Trigoria, «Chiara racconta di avere sentito una voce che le diceva: vai alla porta, una figlia ti aspetta», spiega lei.

Il caso passerà in un secondo momento nei tribunali, ma dopo quella sera per Mariangela c’è solo un desiderio, quello di ricevere l’Eucarestia. Che nell’immediato era però impossibile: si sarebbe dovuti passare per i sacramenti di Battesimo e Confessione, ma la giovane ne aveva combinate molte, e incappò in una scomunica. Fu il compianto vescovo Salvatore Boccaccio a rivolgersi direttamente alla Congregazione per la Dottrina della Fede, e in pochi giorni arrivò una lettera di risposta in cui si leggeva: “Oggi la Chiesa è in festa, perché una sua figlia è tornata a casa”.

Da quel giorno Mariangela rinasce a nuova vita, ma una vita nella fede caratterizzata da alti e bassi, e da incontri continui e sorprendenti. Due, in particolare, su tutti. «A Medjugorje ho scoperto di avere una mamma speciale, che è sempre con te, e non serve cellulare o Facebook», racconta Mariangela, che si troverà a visitare la cittadina bosniaca in diverse occasioni, da appartenente a Nuovi Orizzonti, e dove conobbe la veggente Marija. Lo stesso accadde per il Santuario di Cascia, indirizzata da una suora e dalla sua psicologa Mariella, dove «le monache mi hanno insegnato la sensibilità, l’essere donna», precisa lei. Poi l’ultima tragedia, il terremoto, che le fa crollare la casa. «C’è voluto un terremoto perché io accettassi di fare verità dentro di me».

 «Dio solo sa gli attacchi da parte del diavolo, ma è Papa Francesco a dirci che non possiamo far finta che non esista», commenta la conduttrice di Tv2000 Lucia Ascione. «L’abbandono dai genitori è la ferita più terribile che un bambino possa vivere, ci si pensa spregevoli», spiega la psicoterapeuta Chiara Gatti. «Il cambiamento arriva attraverso un incontro in cui si fa esperienza dell’amore gratuito e incondizionato, per cui il proprio sistema di potere entra in crisi», e che «ci preannuncia un amore più grande, l’amore di Dio».

«È una lectio magistralis su ciò che Dio opera», chiosa padre Luciano De Micheli, priore provinciale d’Italia dell’Ordine di Sant’Agostino. «È evidente che Dio ha scelto e che è sua la regia. Ascoltandola pensavo a santa Rita, per la quale trasformare una ferita in fonte di vita è la metafora della resurrezione». La santa ha avuto un ruolo molto importante nella vita di Mariangela, nel santuario di Cascia, in cui tutt’oggi presta servizio.

«Vorrei che i genitori capissero quanto è importante la loro missione – sottolinea Comastri -. Oggi rischiamo di avere una generazione di figli che non ha avuto l’esperienza dell’amore del padre e della madre. Mariangela questa ferita l’ha sentita profondamente. Però, grazie a Dio, si è realizzato ciò che le disse il nonno: la tua anima è come un laghetto, ci sarà sempre chi proverà a sporcarla e chi la farà tornare pulita. Non credente, non sapeva ancora chi le avrebbe fatto tornare pulita l’anima». (Francesco Gnagni)

22 marzo 2019