Mario Biondi, il crooner che ama i canti gregoriani
Tappa al Brancaccio, il 20 novembre, con uno spettacolo elegante ed essenziale, accompagnato da Elisabetta Serio al pianoforte, Aldo Capassoal basso e contrabbasso e Francesca Remigi alla batteria
La definizione di “crooner”, ovvero colui che “canta in tono sottomesso” – uno stile che ha avuto la sua massima espressione negli Stati Uniti con i cantanti jazz dagli Anni Quaranta -, non rende giustizia all’atmosfera avvolgente che si crea ascoltandolo dal vivo. E non serve andare oltre oceano o indietro nel tempo: basta prendere il nostro Mario Biondi, crooner italiano per eccellenza, catanese che canta prevalentemente in inglese, con un timbro vocale molto vicino a quello di Barry White, Isaac Hayes e Lou Rawls, che riesce a dare vita a un soul jazz caldo e passionale.
Esploso nel 2006, con l’iconico “Tisi s what you are”, che scosse il panorama pop italiano con le sue note jazz, con gli ultimi progetti omaggia il suo stile e le sue origini: “Crooning Undercover” (label Beyond, distribuzione fisica Sony Music Italy, distribuzione digitale The Orchard), uscito un anno fa, interamente dedicato allo stile che l’ha reso famoso, con un mix di cover e inediti, impreziositi dalla presenza di tanti amici e protagonisti del jazz italiano e internazionale tra cui Paolo Fresu, Stefano Di Battista, Rosario Giuliani, Francesco Cafiso; “L’Oro”, un EP, ultimo atto del progetto “Crooning Undercover”, il primo interamente in italiano, pubblicato lo scorso 7 giugno, contiene “La donna cannone” di Francesco de Gregori, “E tu come stai” di Claudio Baglioni – già usciti come singoli – e altri 2 grandi brani della canzone d’autore italiana, rivisitati con l’inconfondibile stile di Mario Biondi: “Pensiero Stupendo” (Patty Pravo) e “Sulla Terra io e lei” (Riccardo Cocciante).
Ora è tempo di ascoltarlo dal vivo e il fortunato tour ripartito il 10 novembre da Crema farà tappa a Roma il prossimo 20 novembre al Teatro Brancaccio. Nel precedente tour teatrale 2023 – sempre sold out – è stata proposta una formazione orchestrale di 19 musicisti senza ausilio di amplificazione per esaltare la purezza del suono degli strumenti e la sonorità dei teatri oltre alla stessa voce dell’artista; ora, dopo un evento speciale al Teatro Antico di Taormina, lo scorso settembre, con un’orchestra di 34 elementi, e ospiti di spicco a livello mondiale come Gregory Porter, Rumer, Fabrizio Bosso e altri e una versione dello show all’estero (47 show in 23 Paesi nel mondo in questo biennio) in cui si è esibito con la sua storica band di 6 elementi, in questo nuovo atto Mario Biondi propone uno spettacolo elegante ed essenziale, calandosi in un’atmosfera più intima e raccolta, accompagnato sul palco da un trio inedito: Elisabetta Serio, nota per il suo sodalizio artistico con Pino Daniele, al pianoforte, Aldo Capasso, vincitore di vari premi di livello internazionale, al basso e contrabbasso e Francesca Remigi, anche lei molto apprezzata per le sue doti in composizione ed improvvisazione e vincitrice di vari riconoscimenti nei contest jazz, alla batteria. E mentre il tour italiano prosegue poi con altre date fino al 15 dicembre, parallelamente è in continuo aggiornamento il calendario delle date internazionali, con vari appuntamenti per il 2025 confermati in città e festival molto prestigiosi come London Jazz Festival, Monte Carlo Jazz Festival e Jazz Open Festival a Stoccarda.
Nonostante i numerosi impegni in giro per l’Italia, ci dà appuntamento telefonico alle 10.30 del mattino, orario inusuale per un’artista. Scopriamo subito che la voce è proprio quella da crooner che ascoltiamo nelle canzoni.
Ma tu hai questa voce già di primo mattino?
Ah, ah! È proprio la mia. Anzi, spesso appena sveglio ho la voce ancora più bassa, dipende da come e quanto ho dormito.
Ti svegli sempre presto nonostante le serate che fai in giro per il mondo?
Io mi sveglio presto, nonostante oggi ci sia ancora questa visione “artista e sregolatezza” che non mi appartiene. Mi sveglio sempre verso le 6.30 o 7, la vita di tournee è sempre bella concitata, ci capita di prendere voli all’alba.
Come sta andando il tour?
Molto bene, c’è un’atmosfera e una nuance che mi mancava, cantare con un trio è molto intimo, e vedo che piace al pubblico, che è sempre appassionato e caloroso, direi scrosciante.
E come sarà il concerto a Roma, manterrai questa formazione?
Mentre ti parlo ho davanti la batterista, non posso parlare male di loro! Scherzo! A parte le battute, questo progetto mi piace molto.
La musica è un linguaggio universale e c’è spazio per tutti, ma come ti sembra quello che si ascolta adesso nel mainstream?
Direi che c’è spazio anche per troppi…Quello che si ascolta mi sembra il risultato di questa società, coerente con una parte di quello che si vede, che non è il tutto, per fortuna. Molte cose non le capisco, non mi ci ritrovo, non trovo punti di congiunzione; non voglio criticare, ma proprio non mi appartengono. Anche la gratuità di un certo tipo di linguaggio o atteggiamento, proprio non lo condivido, non fa parte della mia educazione.
A propositi di educazione, è vero che hai iniziato a 12 anni con i canti gregoriani?
Certo e li faccio sempre al sound check! Mi scaldo la voce con canti che hanno escursioni tonali importanti, mi permette di scaldare anche le note basse per arrivare a quelle mute, a sentire il diaframma, mettere in maschera i suoni, è un’arte molto completa.
Una curiosità, l’EP “L’oro” avrà un seguito con altri brani in italiano?
Potrebbe esserci un seguito, d’altra parte sono solo quattro brani e il repertorio da perlustrare sarebbe infinito. L’oro si può declinare in diverse altre sfaccettature, vedremo insieme a Marco Nuzzi (il suo manager, nda) di sviluppare altre idee che abbiamo.
Sei padre di dieci figli, chi di loro vorrebbe seguire le tue orme?
Già tre di loro seguono già le mie orme: Zoe, la più grande, fa la corista a Mediaset con la band di “Io canto”; Marica, la terza, corista anche lei, ha appena finito la tournee con Renato Zero, poi c’è Rey che sta affacciandosi sempre più prepotentemente nell’ambito rap e trap, come cantante e produttore, vedremo cosa vuole fare, ma lì sono cose che non capisco. Ha una bella vocalità, usa un linguaggio abbastanza pulito, non mi dispiace, ma non lo capisco!
19 novembre 2024