Migranti, bambino trovato morto nel carrello di un volo dalla Costa d’Avorio
Aveva all’incirca 10 anni. La notizia diffusa via twitter da Air France. Sant’Egidio: «Sognava l’Europa. La sua morte non può lasciarci indifferenti»
«Air France conferma che un corpo senza vita di un passeggero clandestino è stato scoperto nell’alloggiamento di un carrello di atterraggio del velivolo del volo AF703 che collega Abidjan (Abj) a Parigi-Charles de Gaulle il 7 gennaio 2020». Con queste poche righe su Twitter la compagnia aerea francese ha dato, ieri, la notizie della scoperta del corpo senza vita di un bambino «di una decina di anni» nel carrello di atterraggio di un volo tra Parigi e Abidjan, in Costa d’Avorio. In un secondo messaggio, Air France ha poi espresso «compassione» e dolore per questo «dramma umano», annunciando anche l’apertura di un’inchiesta per fare luce sull’accaduto.
Negli ultimi anni, diversi migranti clandestini, tra cui in maggioranza adolescenti africani, sono stati trovati morti dal freddo in stiva. Le temperature infatti all’altitudine alla quale volano gli aerei di linea, tra 9mila e 10mila metri, possono scendere a -50 °C e gli alloggiamenti del carrello di atterraggio non sono né riscaldati né pressurizzati.
Parla di «terribile dramma dell’immigrazione» la Comunità di Sant’Egidio; dramma che «non può lasciarci indifferenti». Di questo bambino «non si conosce il nome né l’età precisa, forse appena 10 anni. È morto di freddo, sognando l’Europa, nel carrello di un aereo che viaggiava da Abidjan a Parigi. Da Sant’Egidio, che da anni, con le Scuole della Pace, si impegna in tante parti del mondo – Costa d’Avorio compresa – ad offrire un futuro ai minori delle periferie, il cordoglio al popolo ivoriano e ai familiari della vittima.
«Questa tragedia, simile a quella dei due adolescenti guineani, Yaguine e Fodé, morti nell’agosto del 1999 sull’aereo che li portava Belgio – affermano ancora dalla Comunità trasteverina -, deve spingere l’Europa ad ascoltare il grido dell’Africa favorendo in modo concreto e urgente il suo sviluppo e i Paesi africani a preoccuparsi dei tantissimi loro giovani che chiedono scuola, lavoro, futuro».
9 gennaio 2020