Migranti e naufragi: «Anche le nostre anime stanno annegando?»
A chiederselo è il cardinale Michael Czerny, sottosegretario della Sezione Migranti e rifugiati del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale
All’indomani del ritrovamento a 60 metri di profondità del relitto naufragato poche miglia al largo di Lampedusa all’alba del 7 ottobre, il cardinale Michael Czerny, sottosegretario della Sezione Migranti e rifugiati del dicastero vaticano per il Servizio dello sviluppo umano integrale, sceglie Twitter per condividere la sua riflessione. «Ogni settimana c’è un naufragio – Italia, Messico, Italia – ma non notiamo che le nostre stesse anime si stanno distruggendo e annegando? Preghiamo, urgentemente, per loro e per noi», è l’appello accorato del neo cardinale.
Alla base del tweet con ogni probabilità il ritrovamento in fondo al mare del corpo di una mamma ivoriana ancora abbracciata al suo bimbo di 8 mesi. Anche loro erano nel barchino affondato a 6 miglia dall’isola, rintracciato dopo diversi giorni di lavoro dai sommozzatori della Guardia costiera. Le telecamere del robot sottomarino hanno individuato dodici corpi. All’appello ne mancherebbero 5, ancora dispersi, ma non è escluso che attorno ce ne possano essere ancora. Per recuperare i corpi ci vorranno giorni ma i sommozzatori sono pronti ad accelerare i tempi per portare a termine le operazioni.
Ogni settimana c'è un naufragio – Italia, Messico, Italia – ma non notiamo che le nostre stesse anime si stanno distruggendo e annegando? Preghiamo, urgentemente, per loro e per noi. @M_RSezione #Lampedusa
— M. Cardinal Czerny SJ (@jesuitczerny) 16 ottobre 2019
16 ottobre 2019