Migranti, Savino: «Perplessità su stato di emergenza e protezione speciale»
Il vicepresidente Cei interviene sul tema da Salerno – dove è in corso il 43° Convegno nazionale Caritas -, mentre in Senato è in programma il voto sul “decreto Cutro”
Parla da Salerno, il vicepresidente Cei Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio. L’occasione è il 43° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, che si chiude domani, 20 aprile. Nella giornata in cui è in programma in Senato la votazione sul cosiddetto “decreto Cutro” sulle migrazioni, aveva già ribadito in assemblea che «la Caritas o la Chiesa italiana non possono essere come una foglia di fico rispetto a certe politiche inadeguate. Vogliamo attivare processi di cambiamento». Il riferimento è alle questioni povertà e immigrazione. Quindi, a margine dei lavori, aggiunge: «Ho delle perplessità, come cittadino e come vescovo, quando sento parlare di stato di emergenza e di togliere la protezione speciale. Penso che sia importante il confronto per cercare di trovare le soluzioni alle questioni delle politiche migratorie, mettendo da parte pregiudizi e approcci ideologici».
Nelle parole del presule, raccolte dall’Agenzia Sir, «la Caritas da sempre testimonia il principio della sussidiarietà che fa crescere il rapporto tra società, enti, associazioni e istituzioni politiche. Ritengo che la Caritas debba dialogare con le istituzioni politiche con l’auspicio che ascoltino la voce di chi capta i bisogni concreti e reali nei centri di ascolto, nel rispetto dei ruoli. Mai come in questo momento complesso e complicato – aggiunge -, camminando insieme, possiamo raggiungere maggiori risultati per il bene comune». E ancora: «Sono convinto che possiamo far sì che l’immigrazione da problema diventi una risorsa – ribadisce -, soprattutto quando leggo che un maggior numero di immigrati può abbassare il debito pubblico e quando sento che la Confindustria e gli imprenditori, dati alla mano, chiedono maggiori risorse». Di qui l’esortazione a mettere da parte «pregiudizi e certi slogan. Evitiamo – prosegue – di essere sempre in campagna elettorale per seguire molto spesso atteggiamenti populisti o qualche prurito di pancia. Sapendo però che il tema dell’immigrazione non è di facile soluzione». Di qui anche l’appello «alle politiche europee e nazionali. Noi come Chiesa siamo disponibili al confronto anche se finora facciamo fatica ad essere ascoltati. Poi è chiaro che la politica deve fare le proprie scelte. Io valuterò il tutto dalle decisioni che prenderanno».
Dal vicepresidente Cei – che nei giorni della tragedia di Cutro era stato sul posto a nome della Conferenza dei vescovi – arriva anche un rinnovato invito a «non ragionare per partito preso, per slogan o precomprensioni ideologiche o perché dobbiamo rispondere a certi pseudo-desideri della gente, nel rispetto di chi la pensa diversamente da noi. Penso che in un tavolo serio di confronto su povertà e immigrazione possiamo arrivare a scelte politiche e istituzionali più rispettose». Savino prende a prestito le parole di Aldo Moro per ribadire che «la democrazia cresce nella misura in cui c’è un rapporto equilibrato tra diritti e doveri» mentre «spesso – continua – ho l’impressione che certi diritti vengano quotidianamente alienati». Tra questi, «il diritto di migrare. A scuola abbiamo studiato che i popoli sono l’insieme dell’incrocio di popoli diversi – sono ancora le parole del vescovo riportate dal Sir -. Il tema non è di facile soluzione, non possiamo certo dire “tutti gli immigrati da noi”. Ecco perché l’Europa se c’è deve battere un colpo su queste questioni. Sono convinto che la grande opportunità democratica consiste nel fare dei fratelli immigrati una risorsa più che un problema. Sulla questione dell’immigrazione ci giochiamo sia una civiltà dell’amore sia una democrazia più matura».
19 aprile 2023