Migrazioni: «Vie legali d’accesso per fermare le morti nel Mediterraneo»

L’appello di Caritas italiana espresso dal responsabile delle politiche migratorie Forti in un’intervista al Sir, dopo l’ultimo soccorso effettuato nella zona Sar tra Malta e Italia

Il responsabile delle politiche migratorie e di protezione internazionale di Caritas italiana Oliviero Forti interviene, intervistato dall’Agenzia Sir, dopo il soccorso delle unità della Guardia costiera italiana, della Guardia di finanza e di Frontex a due barconi con a bordo rispettivamente 700 e 650 persone per i quali il 25 ottobre Alarm Phone aveva lanciato l’Sos mentre si trovavano alla deriva nella zona Sar tra Malta e Italia. «Ribadiamo forte il nostro appello – afferma all’agenzia stampa della Cei -: occorre un’azione congiunta dei Paesi europei per aprire vie legali e sicure d’accesso. Così sarà possibile togliere i migranti dalle mani dei trafficanti – spiega -. Non li sottrarremo definitivamente dal pericolo di morire in mare, anche perché con numeri così elevati ci sarà comunque chi non avrà i requisiti per arrivare in Europa. Ma così si ridurrebbe certamente il numero dei morti».

Utile a spezzare la catena di morti che si susseguono nel Mediterraneo anche la realtà dei corridoi umanitari, che in piccole quote Caritas italiana già promuove. Nei prossimi mesi, anticipa Forti, «faremo corridoi umanitari dal Pakistan, dall’Africa e dal Medio Oriente. Occorre rafforzare queste ed altre vie legali di accesso – aggiunge -. In primis è necessaria una programmazione seria di ingressi per motivi di lavoro, che in questi anni sono stati residuali», oltre a un maggiore investimento «sui programmi di reinsediamento».

Per quanto riguarda invece il possibile stop preannunciato nella prima direttiva a firma del ministro dell’Interno Piantedosi all’arrivo in Italia delle navi delle ong che hanno salvato migranti in mare, afferma: «Abbiamo sempre sostenuto il soccorso in mare. Non ci interessa chi lo fa ma che le persone vengano salvate. Tutto ciò che non contribuisce a salvare le persone in mare ci desta profonda preoccupazione».

27 ottobre 2022