Naufragio a Crotone, Mattarella: «Il cordoglio si traduca in scelte concrete»
Il presidente all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università degli studi della Basilicata. «La libertà non è effettiva se non è appannaggio di tutti»
Ha ricordato il naufragio avvenuto qualche giorno fa, il 26 febbraio, «a non molta distanza da qui, sulle coste di Calabria», il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo ieri, 6 marzo, all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università degli studi della Basilicata, nel 40° della fondazione. Un «evento tragico», lo ha definito, che «ha coinvolto interamente la commozione del nostro Paese. I profughi afghani – ha detto – hanno fatto tornare anzitutto in mente quanto, quasi due anni fa, il nostro Paese ha fatto nel momento in cui i talebani occupavano Kabul per portare in Italia non soltanto i nostri militari in missione lì, ma per portare in Italia tutti i cittadini afghani che avevano collaborato con la nostra missione. Non ne abbiamo lasciato nessuno, li abbiamo tutti accolti qui in Italia».
Il capo dello Stato ha richiamato alla mente «le immagini televisive della grande folla di afghani all’aeroporto di Kabul che imploravano un passaggio in aereo per recarsi altrove». Questo, ha osservato, «ci fa quindi comprendere il perché intere famiglie, persone che non vedono futuro, cercano di lasciare, con sofferenza – come sempre avviene – la propria terra per cercare un avvenire altrove, per avere possibilità di un futuro altrove». Proprio per questo, «di fronte all’evento drammatico che si è consumato, ma ancor più a ciò che questo raffigura di condizioni drammatiche, in quello come in altri Paesi, il cordoglio deve tradursi in scelte concrete, operative, da parte di tutti – è il monito -. Dell’Italia, per la sua parte, dell’Unione europea, di tutti i Paesi che ne fanno parte. Perché questa è la risposta vera da dare a quello che è avvenuto, a queste condizioni che, ripeto, con violazione dei diritti umani e della libertà, colpiscono tutti, in qualunque parte del mondo».
Mattarella lo ha ribadito con forza: «In qualunque comunità la libertà non è effettiva se non è appannaggio di tutti. E il mondo intero è ormai sempre più una comunità raccolta – ha sottolineato -, ormai con nessuna distanza effettiva, una comunità interconnessa, dentro la quale la mancanza di libertà o di esercizio dei diritti in un luogo colpisce tutti, ovunque. E questo richiamo è per noi particolarmente avvertito in questi giorni». Proprio l’ateneo, nell’analisi del presidente, «è un luogo in cui si esercita la democrazia, in cui si sviluppa la libertà. È questa la funzione della trasmissione del sapere, dell’amore per la ricerca».
Richiamando quindi «quel “fate presto”» invocato dal rappresentante degli studenti, «che è un elemento essenziale in qualunque dimensione nel nostro Paese», il capo dello Stato si è soffermato sulle trasformazioni rapide che interessano la società. «Vedete, ragazze e ragazzi, quando ho iniziato il mio percorso universitario da studente, sessantaquattro anni fa – la maggior parte dei vostri docenti non era ancora al mondo – la condizione di vita era molto diversa – ha ricordato -. Era appena arrivata la tv, in un solo canale in bianco e nero per poche ore; di computer non se ne parlava; si cominciava ad avvertire il nome di calcolatori, pensando in chiave futurista a quei grandi macchinari che, avendo bisogno di grande spazio, erano ospitati in amplissimi locali».
Sono seguiti decenni di «continui mutamenti, con ritmi sempre più veloci». Decenni nei quali «ho sempre visto che le opportunità offerte dai nuovi strumenti sono di gran lunga maggiori dei problemi che provocano e delle difficoltà che introducono – la testimonianza di Mattarella -. Problemi da affrontare, difficoltà da uso distorto degli strumenti che vanno contrastate. Ma i benefici sono sempre di gran lunga maggiori. E questo mi rassicura, e quindi consente di affrontare anche i profili etici e giuridici con fiducia. A questo – ha evidenziato – mi richiama anche il ricordo della Cattedra Maritain, magnifico rettore, della fiducia nella capacità della persona umana di governare i mutamenti, di renderli sempre strumento per la propria realizzazione e per quella della libertà dei diritti umani. Sono convinto che anche in questo gli atenei hanno un ruolo decisivo, trasmettendo il sapere, educando alla ricerca, alla libertà di pensiero e di ricerca, esortando gli studenti a essere protagonisti del proprio futuro», ha concluso.
7 marzo 2023