Nuovo attacco Usa contro gli Houthi nello Yemen

La notizia confermata dai ribelli, che affermano: «Non ci sono stati feriti né perdite materiali o umane». La Russia: «Palese aggressione» da parte di Stati Uniti e Regno Unito

All’alba di oggi, 13 gennaio, l’esercito americano ha colpito un altro sito controllato dagli Houthi nello Yemen che, secondo quanto riferito, metteva a rischio le navi commerciali nel Mar Rosso. La notizia è stata diffusa da funzionari statunitensi e confermata dai ribelli yemeniti, secondo i quali però gli attacchi – incluso quella della notte precedente – non hanno avuto impatto sulle capacità degli Houthi di continuare a impedire alle navi commerciali di passare attraverso il Mar Rosso e il Mar Arabico.

Ad affermarlo è stato il portavoce degli Houthi, Mohammed Abdulsalam, ripreso dai media internazionali, mentre un funzionario del gruppo, Nasruldeen Amer, ha affermato ad Al Jazeera che «non ci sono stati feriti né perdite materiali o umane», nell’ultima attacco, ma ha promesso «una risposta forte ed efficace». Secondo i media locali, l’attacco di questa mattina ha preso di mira almeno un sito nella capitale Sanaa. Lanciato «almeno un missile», che, tuttavia, non ha colpito nessuna nave, ha detto l’esercito americano.

Al Consiglio di sicurezza Onu, convocato con urgenza sul tema, l’ambasciatore di Mosca alle Nazioni Unite Vassily Nebenzia ha parlato di «aggressione armata di un gruppo di Paesi contro un altro Paese», che «non ha nulla in comune con l’auto difesa». E ha accusato Usa e Gran Bretagna di aver violato l’articolo 2 della Carta Onu con la loro spedizione in Yemen contro le basi Houthi, quello che chiede ai membri di astenersi dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato.

Condanna per le operazioni di Usa e Regno Unito anche dall’ufficio di rappresentanza dell’Iran presso l’Onu. Le azioni dei due Paesi sono illegali e non sono autorizzate, secondo il diritto internazionale, ha affermato ieri sera l’ufficio di Teheran, aggiungendo che «tale guerra ingiustificata viola la sovranità dello Yemen, le leggi internazionali, la Carta delle Nazioni Unite e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, e mette in pericolo la pace e la sicurezza della regione».

13 gennaio 2024