Palmieri: ascolto della città, ecco le prossime tappe

Intervista al vescovo ausiliare sull'impegno della diocesi verso famiglie, giovani e poveri. Il 29 febbraio incontro delle équipe pastorali, il 21 aprile tavola rotonda sui problemi di Roma

L’ascolto del “grido della città”, il cuore del programma pastorale 2019–2020, entra nel vivo. Aperta di fatto il 9 novembre scorso con la celebrazione del Papa nella cattedrale di Roma per le équipe pastorali, la fase che incarna il movimento della “Chiesa in uscita” mette in gioco tutte le energie di parrocchie e altre realtà ecclesiali. Con un “crescendo” di iniziative sia a livello diocesano che nei territori. Ne parliamo con il vescovo ausiliare Gianpiero Palmieri, delegato per la carità.

don gianpiero palmieri vescovo

Quale compito attende le équipe pastorali?
L’équipe ha un ruolo di primo piano, ha il compito di animare l’ascolto cui sono chiamati tutti gli operatori pastorali. Un impegno che si esprime attraverso un triplice movimento: andare alla ricerca e incontrare le persone che abitualmente non frequentano la parrocchia; dialogare con loro, ascoltando le storie di vita, il loro vissuto; contemplare la presenza di Dio nelle vite delle persone e nella vita della città. Ascoltare è già un atto di amore, come ha detto il Papa. Importante sarà anche un momento di preghiera in ogni parrocchia su quanto verrà ascoltato.

L’ascolto è rivolto a famiglie, giovani e poveri. Con quali modalità? 
I catechisti dell’iniziazione cristiana saranno coinvolti nell’ascolto delle famiglie, soprattutto quelle più giovani, per esempio attraverso visite nelle case, non in gruppo, per favorire la confidenza, il confronto. L’ascolto dei giovani sarà curato da catechisti degli adolescenti, educatori, animatori, capiscout nei luoghi dove i giovani vivono e in quelli che frequentano, a partire dalle scuole, grazie alla collaborazione con gli insegnanti di religione. Si penserà a eventi mirati classe per classe nel rispetto dei piani formativi dei singoli istituti, parliamo naturalmente di scuole superiori. C’è poi l’ascolto del “grido” dei poveri e degli ammalati che coinvolgerà gli operatori della carità, un ascolto necessariamente più paziente. Accanto a questo triplice ascolto, è in programma una mappatura del territorio con le informazioni necessarie per una sempre più adeguata evangelizzazione.

In cosa consiste questa mappatura?
Sia nel delineare le situazioni di disagio, come famiglie in difficoltà, palazzi occupati, insediamenti abusivi, sia nell’indicare gli ambienti di vita, di lavoro e di svago, dalle scuole ai centri commerciali, dalle palestre ad altri luoghi di aggregazione informali.

Quali eventi sono previsti a livello diocesano per l’ascolto della città?
Da un lato, ci sarà un punto della situazione con le équipe pastorali il 29 febbraio, dalle 9, nella basilica di San Giovanni in Laterano. Dall’altro, tre giornate di eventi veri e propri per la città e nella città, cui stiamo lavorando proprio in questi giorni. Il 19 aprile si terrà la Festa dei Popoli, valorizzando la presenza delle comunità etniche a Roma. Il 20 aprile è prevista una serie di tavole rotonde tematiche in alcuni territori. Il 21 aprile si svolgerà una tavola rotonda con il sindaco di Roma sui “nervi scoperti” della città, temi come la scuola, la sanità, le migrazioni e altri. Si intreccerà così un dialogo tra le componenti della comunità ecclesiale e quella civile magari condividendo progetti comuni.

In quale modo questo lavoro di ascolto della città potrà contribuire a creare quei «circoli virtuosi» auspicati dal Papa l’8 dicembre in piazza di Spagna per una migliore qualità della vita in città?
Potrà senz’altro alimentare quel fermento positivo che a Roma già si nota, pur in una situazione di estrema difficoltà per la povertà economica e relazionale che la caratterizza. I problemi strutturali vengono a galla, l’economia non è ripartita, c’è una situazione critica di molti servizi, la solitudine dilaga. Metà dei nuclei familiari in città, come ha evidenziato la Caritas, sono rappresentati da un solo adulto, una media altissima. Significa che c’è una grande fatica a vivere le relazioni tra adulti. Si tratta di affrontare insieme i problemi di questa città. Qualcosa si sta muovendo, penso ad esempio all’Osservatorio parlamentare trasversale animato da Roberto Corbella, il papà di Chiara, proprio sui problemi di Roma. Vedo a più livelli un sussulto per riprendere in mano la situazione, e come Chiesa cerchiamo di fare la nostra parte.

7 gennaio 2020