Papa Luciani, uomo di preghiera e apostolo del Concilio
La conferenza stampa alla vigilia della beatificazione di Papa Luciani, domenica 4 settembre con Francesco. Il cardinale Stella: «Catechista impareggiabile». La reliquia: uno scritto autografo. Fra le testimonianze, quella della nipote Lina
Alla vigilia della beatificazione di Giovanni Paolo I la Sala stampa vaticana ha ospitato la conferenza stampa di un evento molto atteso in tutta la Chiesa. Ed è stata presentata anche la reliquia, molto particolare, che sarà portata a Papa Francesco durante la celebrazione di domenica mattina (inizio ore 10.30) sul sagrato della basilica di San Pietro. Il postulatore, il cardinale Beniamino Stella, ha ripercorso la storia della causa di beatificazione di Luciani, dalla richiesta di apertura del processo da parte dei 226 vescovi della Conferenza episcopale del Brasile il 1° giugno 1990. Una dimostrazione della fama di santità cresciuta nel tempo. Ma non se ne fece nulla fino al 2002, quando il vescovo salesiano Vincenzo Savio ottenne il consenso di iniziare il processo a Belluno, diocesi natale di Luciani, e non a Roma. L’inchiesta iniziò il 22 novembre 2003 e si chiuse il 10 novembre 2006. Il processo diocesano si articolò in 203 sessioni, durante le quali – nelle sedi episcopali di Belluno, Vittorio Veneto, Venezia e Roma – vennero escussi 167 testimoni. Importante poi la fase suppletiva nel 2007, condotta dalla vicepostulatrice Stefania Falasca presso la sede patriarcale di Venezia, per integrare l’investigazione delle fonti con l’acquisizione di ulteriore documentazione, in particolare le carte dell’archivio privato di Albino Luciani. Tra le altre testimonianze, quella «del tutto eccezionale» di «Papa Benedetto XVI per il suo finora unicum storico, in quanto è la prima volta che un Papa emette una testimonianza de visu su un altro Papa, e quella di suor Margherita Marin, che visse con Giovanni Paolo I per un mese insieme alle altre tre consorelle che si occupavano dell’appartamento papale».
«Diciannove anni di lavoro: la causa di Papa Luciani, anche se si è aperta a 25 anni dalla morte, non è stata né più lunga di altre, né più breve e agevolata di altre, per essere lui un pontefice della Chiesa. È stata una ricerca senza sconti: accurata, coscienziosa, scrupolosa, condotta con metodo storico-critico», ha sottolineato Stella, prima di dare una testimonianza su Papa Luciani, «che ho conosciuto personalmente da seminarista e poi da sacerdote. Era il mio vescovo e di lui conservo il migliore ricordo: uomo di preghiera assidua e profonda, di attento ascolto e capace di sostegno umano e spirituale, come pastore di sacerdoti e di popolo di Dio, dotto e preparato come maestro della fede e buon comunicatore della Parola di Dio, amico e fratello dei sacerdoti, visitatore dei malati e catechista impareggiabile. Di Luciani metterei in evidenza tre caratteristiche: sacerdote che pregava, che viveva poveramente e che si sentiva bene con la gente». E in relazione alla povertà il porporato ha raccontato che «mia madre soleva citare, talvolta, monsignor Luciani, per dire che il sacerdote non doveva avere conti in banca e libretto di assegni. Penso che lo avesse sentito da lui stesso nelle periodiche visite e incontri dei genitori in seminario. La santità di vita cristiana di Giovanni Paolo I è quella che si vive nella umiltà e nella dedizione quotidiana alla Chiesa e al prossimo, ispirate dalle virtù teologali. La santità di Papa Luciani è importante per la Chiesa e per il mondo di oggi perché attraverso il suo esempio siamo richiamati al cuore della vita cristiana: all’umiltà e alla bontà di chi sa riconoscersi peccatore bisognoso di misericordia, di chi vuole servire con dedizione generosa e con opere di bene gli altri, annunciando la gioia del Vangelo». Infine, Stella ha ricordato che «Luciani ci ha insegnato, attraverso la sua testimonianza di vescovo, che ha a cuore la dimensione universale della Chiesa, l’importanza dell’amore generoso e dell’obbedienza incondizionata al Successore di Pietro, così come il grande valore dell’unità e della comunione episcopale».
Stefania Falasca, vicepresidente della Fondazione Giovanni Paolo I, ha definito il prossimo beato «Apostolo del Concilio» e ha ribadito come «il pontificato rappresenta la punta dell’iceberg» del percorso sacerdotale di Luciani. Si è soffermata sulle carte di Luciani, attraverso cui è stata ricostruita la sua vita. Al punto che la reliquia che sarà portata domenica al Papa sarà uno scritto autografo, di contenuto spirituale. «Ci è stato chiesto dalla Congregazione e tra le nostre carte di Luciani abbiamo rinvenuto uno schema, un piccolo foglio ingiallito di una decina di centimetri, con una riflessione spirituale sulle tre virtù teologali che richiama poi il magistero delle udienze generali del Pontefice. È anche un emblema della sua spiritualità, che ha come programma del pontificato. È un appunto del ’56 ma ci sono aggiunte a matita che dimostrano come fosse un work in progress».
Don Davide Fiocco, sacerdote di Belluno-Feltre, ha spiegato l’importanza della beatificazione per la diocesi e ha parlato del reliquiario, «ideato e realizzato dallo scultore Franco Murer, un artista di Falcade, conterraneo di Albino Luciani. Altamente simbolica» la scelta dei materiali: una pietra raccolta nel fondovalle di Canale d’Agordo per basamento, sormontato dalla rappresentazione di una croce scolpita in un ciocco di legno, ricavato dagli schianti della tempesta Vaia (ottobre 2018). «La semplicità della realizzazione dà il dovuto risalto allo scritto autografo del futuro Beato, incastonato nel simbolo cristiano per eccellenza, la Croce. Dopo la beatificazione la reliquia e il reliquiario saranno conservati nella Cattedrale di Belluno». Domenica sarà «il vescovo Renato Marangoni a formulare la petizione per la beatificazione, a nome della diocesi che è stata attrice della Causa». Domenica 11 settembre è prevista la celebrazione di ringraziamento sulla piazza del paese natale, Canale d’Agordo. Sarà presieduta dal Patriarca di Venezia con al fianco i vescovi di Belluno-Feltre e di Vittorio Veneto.
La conferenza stampa è stata anche l’occasione per ascoltare tre importanti testimonianze. La prima di Lina Petri, nipote di Luciani, che ha espresso un ricordo personale dello zio, con accenni affettuosi e familiari, molto emozionanti. Poi suor Margherita Marin, religiosa della congregazione delle Suore di Maria Bambina, assistente presso l’appartamento papale durante il mese di pontificato di Giovanni Paolo I. L’anziana religiosa ha parlato della routine quotidiana del Papa e in particolare dell’ultimo giorno di Luciani. Infine, padre Juan José Dabusti, il sacerdote argentino che invitò la madre della bambina di 11 anni miracolata a chiedere l’intercessione di Giovanni Paolo I per la guarigione della figlia, a cui i medici avevano dato poche ore di vita. Roxana Sosa e sua figlia Candela hanno inviato un breve video di saluto dall’Argentina. Nonostante l’invito di Papa Francesco, infatti, non potranno partecipare alla cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo I perché la ragazza si è rotta un piede in palestra e al momento non può volare.
2 settembre 2022