Più di 100mila i minori che vivono in uno dei Comuni sciolti per mafia
L’allarme di Save the Children e l’esortazione a trasformare le aree ad alta densità criminale in aree ad alta densità educativa, per prevenire e contrastare le mafie
Sono più di 100mila in Italia le bambine, i bambini e gli adolescenti che vivono in uno dei Comuni sciolti per infiltrazioni della criminalità organizzata. Ad accendere i riflettori sul fenomeno – a pochi giorni dall’arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro – è Save the Children, evidenziando che «dove le istituzioni locali colludono col sistema mafioso c’è una perdita enorme in termini di servizi a sostegno dei bambini. I Comuni sciolti per infiltrazioni della criminalità organizzata sono solo la punta dell’iceberg di una ampia e pervasiva cultura mafiosa che mina alle radici le opportunità di crescita dei bambini in tante parti d’Italia», rilevano dall’organizzazione. E dove cresce la povertà minorile, «e in particolare la povertà educativa», più spesso arrivano le reti di criminalità organizzata, «con un sistema di ricatti, imposizioni e reclutamenti che segna per sempre il destino dei ragazzi».
Per Save the Children, allora, è «fondamentale» promuovere opportunità educative, «rafforzando la scuola, gli spazi di aggregazione e culturali e i servizi sul territorio», proprio per contrastare alle radici il fenomeno. «In questi giorni in cui celebriamo un passo importante per la giustizia come l’arresto di Matteo Messina Denaro è necessario ricordare a tutti noi che il miglior investimento per prevenire e contrastare le mafie è quello sull’educazione – commenta Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa dell’organizzazione -. La lotta alle mafie impone una grande sfida educativa: trasformare concretamente i territori ad alta densità criminale in aree ad alta densità educativa. Il paradosso che viviamo oggi in Italia – prosegue Milano – è che proprio nelle aree dove si concentra la povertà minorile anche la rete dei servizi educativi è più povera, senza scuole con mense, palestre e tempo pieno e attività educative diffuse. Questo accentua le diseguaglianze, lasciando spazio alle organizzazioni criminali che desertificano quartieri e città», conclude.
Proprio per spezzare questo circolo vizioso, Save the Children è attiva nei territori del Paese più difficili, in rete con le associazioni, le scuole e le altre agenzie educative attraverso azioni concrete, come i “Punti Luce” e la rete Fuoriclasse, «per assicurare ai bambini e agli adolescenti opportunità educative indispensabili per costruire il futuro in modo aperto, dando corso ai propri talenti e aspirazioni», spiegano.
19 gennaio 2023