Premiati i vincitori di “Cantate inni con arte”

Sono la CorAle Femminile Aureliano, il coro Psallite Sapienter (San Saturnino) e il coro parrocchiale di San Romano. Il vescovo Lamba: «La musica, linguaggio da praticare»

I brani “Regina Coeli” della CorAle Femminile Aureliano, “Bonus est Dominus” del coro Psallite Sapienter della parrocchia San Saturnino Martire e “Luce” del coro della parrocchia San Romano sono i vincitori, rispettivamente nelle categorie inediti, editi e animazione della preghiera, della VI edizione del festival “Cantate inni con arte”, la cui finale si è svolta sabato 28 ottobre, in una gremita parrocchia San Luca Evangelista al Prenestino. L’appuntamento annuale, atteso dai cori della diocesi di Roma e delle diocesi suburbicarie, sostenuto anche dai fondi 8xmille alla Chiesa Cattolica, è stato patrocinato dall’Ufficio liturgico della diocesi di Roma e organizzato dall’Ufficio per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport in collaborazione con l’Ufficio per la  pastorale giovanile e con l’emittente Radiopiù. Una rassegna che, oltre a promuovere le realtà dei cori parrocchiali della diocesi, delle università, dei movimenti, delle associazioni, delle cappellanie ospedaliere, mira a stimolare una maggiore cura nella preparazione della liturgia e dei momenti di preghiera.

Cori di sole donne, cori numerosi fino a 40 elementi, cori accompagnati da vari strumenti musicali e cori con voci soliste di bambini. Sono molteplici le caratteristiche delle quindici formazioni che si sono esibite, cinque per ogni categoria. Quella dell’«animazione della preghiera» la novità dell’edizione 2023, è stata suggerita lo scorso anno dal presidente della giuria monsignor Marco Frisina, direttore del Coro della diocesi di Roma. In giuria anche Claudio Silvestri, direttore d’orchestra del coro DecimaQuinta della parrocchia San Gaspare del Bufalo, Francesco D’Alfonso, critico musicale dell’Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma, Luigi Ferrante, coordinatore regionale per il Lazio di Federcori. Il Festival si è svolto nelle stesse ore in cui in Vaticano si chiudeva la prima fase del sinodo dei vescovi, e a tal proposito il vescovo Riccardo Lamba, ausiliare del settore est e delegato per la Cultura della diocesi di Roma, ha riflettuto che nelle parrocchie romane il sinodo è stato vissuto «attraverso la dimensione dell’ascolto. Dobbiamo imparare ad ascoltare il linguaggio, che è molto cambiato sia nei giovani sia negli adulti. Le lingue bisogna impararle e poi praticarle», pertanto all’ascolto dovrà seguire la messa in opera, ossia «la conversazione con le persone incontrate in questi mesi». Uno dei linguaggi che bisogna imparare a praticare, per il vescovo, è proprio la musica, che nella liturgia «non sempre riusciamo ad apprezzare. Dovrebbe esserci un’attenzione più raffinata». Da giovane Lamba faceva parte di una corale ecumenica e per questo ritiene che per i ragazzi, i quali «faticano ad entrare in dialogo con le parrocchie», i cori possono rappresentare una possibilità di coinvolgimento. Ha inoltre suggerito di estendere il Festival, che quest’anno ha ottenuto un gran numero di iscrizioni. «Sarebbe bello ampliare questa esperienza – ha detto – magari facendo una rassegna simile per ogni settore per poi convogliare in un unico evento a San Giovanni in Laterano».

“Capo e madre di tutte le Chiese”, la basilica lateranense si appresta a celebrare i 17 secoli di dedicazione. «Sarà un anno importante per la nostra Chiesa di Roma», ha affermato Frisina, del quale proprio in questi giorni è stato pubblicato il fascicolo musicale “Chiesa Santa del Signore” contenente 14 nuovi brani. «La cattedrale di Roma festeggia 1.700 anni – ha proseguito -. L’anno celebrativo si aprirà il prossimo 9 novembre, festa della dedicazione di San Giovanni in Laterano. Avremo numerosi eventi che ci accompagneranno a un altro anno speciale, il Giubileo del 2025». Per una «felice» coincidenza, nel 2024 si celebrano anche i 40 anni del Coro della diocesi di Roma che «svolge questo servizio ancora con grande entusiasmo. Un lungo cammino fatto a Roma e in altre diocesi servendo tre Papi – ha concluso Frisina -: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco».

Al di là della gara, il Festival si contraddistingue per il desiderio di incontro e di conoscenza reciproca. «È uno strumento di comunione e non di competizione – ha rimarcato il parroco di San Luca Evangelista don Romano De Angelis -. Uno strumento che aiuta i cori a curare sempre meglio la liturgia. La vittoria vera è stare tutti insieme». Anche don Francesco Indelicato, direttore dell’Ufficio per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport del Vicariato ha messo in risalto «l’impegno dei cori, i quali hanno compreso che non si tratta di una competizione. È bello vincere ma soprattutto confrontarsi. C’è un bel clima di festa e familiarità, è un momento di crescita. Abbiamo in diocesi una ricchezza infinita e occasioni come questa consentono di fare comunione e di far emergere i carismi per arricchirsi reciprocamente».

30 ottobre 2023