San Francesco, fra Marco Tasca: «In Italia manca un grande sogno»
Nella festa del patrono d’Italia, il ministro generale dell’Ordine dei Frati minori conventuali da Assisi ricorda che «Francesco ha messo al centro la fraternità: pensiamo oggi che conseguenze avrebbe questa idea»
Nel giorno in cui si celebra la festa di san Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, dalla cittadina umbria il ministro generale dell’Ordine dei Frati minori conventuali Marco Tasca interviene sulla situazione che il Paese sta vivendo. «Mi domando: come cristiani, quale contributo stiamo dando per sognare insieme qualcosa? Non mi sembra ci sia una corsa per stare insieme a immaginare il futuro – dichiara all’Agenzia Sir -. Piuttosto, ciascuno coltiva il suo bell’orto senza avvertire l’urgenza di un progetto comune in cui impegnarsi». Al contrario, secondo il francescano, è irrinunciabile «dare a tutti gli italiani un grande sogno. La politica si sta impegnando nel fornire risposte ai problemi urgenti, ma verso cosa ci muoviamo? Oggi manca un grande sogno condiviso dal popolo».
Il richiamo di fra Tasca è alla scelta del quotidiano come occasione per «trasmettere uno stile che ci identifichi. Le persone – osserva – guardano ai fatti, a come si vive piuttosto che a quello che si dice. È fondamentale la testimonianza. Dobbiamo vivere in una certa maniera. Francesco ha messo al centro la fraternità: pensiamo oggi che conseguenze avrebbe questa idea. Sentirsi fratelli. Cambierebbe completamente la visione di chi ci sta vicino. E così la minorità, dire al prossimo: “Tu sei più importante di me”. Viverlo oggi sarebbe una bomba rivoluzionaria».
Nelle parole del frate, anche la certezza, riguardo alla famiglia francescana, che «arriveremo a formare un unico primo ordine, è solo questione di tempo. Dobbiamo mettere insieme le differenze. Storicamente ci sono, ma questo cosa significa? Che bisogna continuare a dividersi? No, dobbiamo mettere insieme le sofferenze. E questa è la sfida anche livello politico e sociale». Poi l’urgenza di trovare risposte comuni davanti ai cambiamenti climatici. «Per san Francesco – rileva ancora il religioso -, l’amore per la natura e la sostenibilità sono legati a una questione di fede. Non è solo la preoccupazione che l’umanità possa scomparire, e anche da questo punto di vista la situazione non lascia sperare nulla di buono». L’invito è a «recuperare il senso: perché bisogna essere attenti alla natura, ed esserlo insieme? Perché è un dono di Dio, non è nostra». È necessario, per fra Tasca, «recuperare la passione per la natura. Se è soltanto una questione economica, nessuno se ne preoccupa. Ognuno pensa a stare bene oggi, siamo tutti occupati dall’oggi e nessuno si preoccupa dei nostri figli. Lasceremo loro un mondo migliore?- è la domanda del ministro generale -. Non mi sembra che a molti interessi questo aspetto».
4 ottobre 2018