Santa Sede – Cina, Francesco: «Mia la responsabilità dell’accordo»
Il Papa ha ringraziato la diplomazia vaticana per il risultato: «In un accordo c’è sempre sofferenza». Sulla pedofilia: atto «mostruoso. I preti devono portare i bambini a Dio»
«La responsabilità è tutta mia», quell’accordo «l’ho firmato io». Non lascia spazio alle interpretazioni Francesco, durante la conferenza stampa sull’aereo che lo riportava in Italia, dopo la visita nei Paesi baltici. Il Papa si è soffermato molto sullo storico accordo che vede impegnati, in un cammino di dialogo, la Santa Sede e la Cina. Frutto di un impegno che viene da lontano, si tratta del risultato della «pazienza» e della «saggezza» dei negoziatori vaticani, in primis di monsignor Claudio Maria Celli «che è andato più volte lì a parlare» e del segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin.
Francesco ha chiarito comunque che i passaggi più delicati sono sempre passati dalla sua scrivania: tutti i «dossier» dei vescovi la cui nomina non aveva ancora l’avallo pontificio sono stati studiati dal pontefice in persona. «Sempre in un accordo – ha fatto notare – c’è sofferenza». Poi ha rivelato un aneddoto: in occasione del «famoso comunicato di un ex nunzio apostolico», che aveva spinto molti episcopati a esprimergli vicinanza, anche i fedeli cinesi lo hanno fatto firmando in modo significativo, quelli della Chiesa tradizionale e non, una comune lettera per dire al Papa la propria solidarietà. Quello, ha detto Francesco, «è stato il segno».
Sul volo di ritorno da Tallin, Francesco ha parlato anche della piaga degli abusi. Anche se fosse colpa di un solo prete, ha detto, sarebbe «mostruoso». Francesco – secondo quanto riferisce Vatican news – ha confessato di non aver mai «firmato una richiesta di grazia» davanti a una notizia di condanna in relazione ai casi segnalati dalla Congregazione per la Dottrina della fede. Gli abusi sessuali ci sono dappertutto ma nella Chiesa, ha puntualizzato, sono ben peggiori perché i sacerdoti devono «portare i bambini a Dio» e su questo «non c’è negoziato».
26 settembre 2018