Save the Children: un miliardo di minori ogni anno colpito dalla violenza

La denuncia, nella Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Nel 2023 quasi 1 su 5 vive in zone di guerra, 1 ogni 2 secondi è nato in condizioni di fame

L’abuso fisico, sessuale ed emotivo, ma anche l’abbandono. Forme di violenza che ogni anno colpiscono, nel mondo, circa un miliardo di minori, con conseguenze che possono arrivare fino all’età adulta, portando con sé il rischio di problemi di salute mentale e sociali. Nella Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che si celebra oggi, 20 novembre, Save the Children scatta una fotografia impietosa della situazione: nel 2023 quasi 1 bambino su 5, pari a 473 milioni di piccoli, viveva in una zona di guerra con una media di 31 bambini mutilati o uccisi ogni giorno;1 su 50 è stato costretto a fuggire: il doppio rispetto a dieci anni fa. Sempre nel 2023 sono nati nel mondo più di 17.6 milioni di bambini destinati a soffrire la fame: un quinto in più rispetto al 2013, pari a 33 bambini affamati ogni minuto, 1 ogni 2 secondi. Ancora, 300 milioni di bambini e adolescenti – 1 su 8 a livello globale – hanno subito i 10 maggiori eventi meteorologici estremi, che ogni anno interrompono l’apprendimento per circa 40 milioni di minori.

Per quanto riguarda l’Italia, la situazione non migliora più di tanto, considerando che sono 1 milione 295mila i minori in povertà assoluta, con un’incidenza pari al 13,8% del totale, e circa 200mila di età compresa tra 0 e 5 anni (8,5% del totale) vivono in povertà alimentare, ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Nonostante i grandi progressi compiuti nell’ultimo secolo, insomma, a 100 anni dall’adozione a Ginevra della Dichiarazione dei diritti del fanciullo da parte della Società delle Nazioni – antesignana delle Nazioni Unite – «ancora oggi assistiamo a continue violazioni dei diritti dei minori, mentre le disuguaglianze aumentano», dichiarano da Save the Children.

Proprio alla fondatrice di Save the Children Eglantyne Jebb si deve la Dichiarazione, che per la prima volta afferma l’esistenza di diritti specifici per i più piccoli, da quello all’istruzione, alla protezione, al cibo e alla sicurezza dallo sfruttamento. «L’umanità deve dare al bambino il meglio che ha da dare», si legge nel documento, che è diventato il precursore della Convenzione sui diritti dell’infanzia del 1989, il trattato sui diritti umani più ampiamente approvato nella storia, di cui quest’anno ricorre il 35° anniversario.

Nel centenario della Dichiarazione dei diritti del fanciullo, attivisti per i diritti dell’infanzia di tutto il mondo hanno riflettuto su quali azioni vogliono che i leader mondiali e gli altri decisori intraprendano. Tra i punti principali evidenziati dai minori in tutto il mondo ci sono la necessità di porre fine ai conflitti, affinché i bambini possano andare a scuola, trovare soluzioni alla crisi climatica in modo che i più piccoli non siano costretti ad abbandonare le loro case e dare alle ragazze una voce più forte. Giovani come Lara, 15 anni, che ha parlato dell’impatto del conflitto nel Sud del Libano sui bambini sfollati in tutto il Paese; o come Rachel, 16 anni del Malawi, uno dei Paesi più vulnerabili al mondo dal punto di vista climatico per i bambini, che ha sottolineato come nella sua comunità la crisi climatica abbia avuto un impatto sproporzionato sui diritti delle ragazze, che abbandonano la scuola perché costrette ad aiutare le famiglie a raccogliere l’acqua, per esempio, o a prendersi cura dei fratelli.

«In generale i bambini e le bambine vogliono che la loro voce sia ascoltata – sintetizza Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children -. Nonostante le difficili condizioni di molti, ho avuto il privilegio di vedere la loro resilienza e ho incontrato minori che lottano per i propri diritti. Lavorare perché siano rispettati i loro diritti è al centro della nostra missione e della nostra storia e oggi è altrettanto urgente e rilevante quanto lo era 100 anni fa – osserva -. Non ci fermeremo finché i bambini e le bambine non saranno rispettati, sostenuti e protetti in tutto il mondo. Dobbiamo continuare ad ascoltare tra loro coloro che alzano la voce e condividono idee costruttive per il futuro che vogliono vedere».

Save the Children, da parte sua, sostiene i minori di tutto il mondo, fornendo spazi sicuri a coloro le cui vite sono distrutte dai conflitti, migliorando l’accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria a prezzi accessibili e amplificando le voci dei più piccoli che si oppongono ai matrimoni precoci e si battono per un mondo più verde ed equo. L’organizzazione fa anche campagne per e con i bambini per chiedere un’azione urgente sulla crisi climatica e sulla disuguaglianza al fine di creare un futuro sicuro, sano e felice per i più piccoli.

20 novembre 2024