Una piattaforma on line contro la violenza sulle donne

Si chiama “Donne che contano” ed è rivolta alle amministrazioni regionali e ai responsabili delle gestione delle risorse territoriali. L’obiettivo: monitorare l’uso dei fondi per la lotta alla violenza di genere

On line da ieri, martedì 25 novembre, la piattaforma “Donne che contano“, promossa da ActionAid per monitorare la gestione degli oltre 16 milioni di euro stanziati nel 2013 dal governo italiano per la lotta alla violenza di genere. Gli Stati che hanno aderito alla Convenzione di Istanbul contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, ratificata dal nostro Paese nel settembre 2013, dichiarano dall’associazione, «hanno la responsabilità e l’obbligo di garantire risposte adeguate per prevenire ogni forma di violenza sulle donne».

ActionAid dunque vuole monitorare le azioni intraprese dall’Italia e dalle singole regioni, dettate sia dalla Convenzione che dal decreto legge varato nell’autunno del 2013 dal Governo italiano (cosiddetto Decreto Femminicidio). Per questo si rivolge a tutte le amministrazioni regionali italiane e ai responsabili della gestione delle risorse territoriali lanciando, attraverso la piattaforma, un sistema di monitoraggio nazionale opendata dei fondi che si propone di rendere trasparente la gestione delle risorse economiche nella prevenzione e nel contrasto della violenza sulle donne. L’organizzazione, si legge in una nota, ha esteso ancora l’invito alla partecipazione lanciando anche la petizione #donnechecontano (www.actionaid.it donnechecontano), per chiedere ai presidenti delle 20 regioni italiane la pubblicazione online di tutte le informazioni relative alla gestione di spesa, all’assegnazione dei bandi, degli appalti e degli interventi che potranno essere cosi’ monitorati da cittadine e cittadini, per misurare i risultati raggiunti a fronte dei fondi messi a disposizione dall’esecutivo. «Le donne che contano – dichiara il segretario generale di ActionAid Italia Marco De Ponte – sono quelle che diventano importanti per le istituzioni e i cui diritti vengono promossi e rispettati».

26 novembre 2014