Unicef: «Consentire alle ragazze afghane di tornare alla scuola secondaria»

Il direttore generale Russell: «Bambine e adolescenti hanno diritto all’istruzione. Impedire loro di imparare avrà conseguenze anche su economia e sistema sanitario»

All’inizio del nuovo anno scolastico in Afghanistan, anche l’Unicef chiede ai talebani che hanno preso il controllo del Paese di consentire alle ragazze di tornare immediatamente alla scuola secondaria. Per il direttore generale Catherine Russell «è profondamente deludente sapere che, ancora una volta, le autorità de facto in Afghanistan hanno impedito alle ragazze di frequentare la scuola secondaria». La definisce una decisione «ingiustificata e miope», che «ha infranto le speranze e i sogni di oltre un milione di ragazze e rappresenta un’altra triste tappa nella costante erosione dei diritti delle ragazze e delle donne a livello nazionale».

Russell ricorda che in tutto il Paese le ragazze si sono viste negare il diritto all’apprendimento per più di 3 anni, prima per la pandemia di Covid-19 poi per il divieto di frequentare la scuola secondaria. «L’impatto cumulativo di queste assenze si ripercuote terribilmente sulla salute mentale delle ragazze, sul loro benessere generale e sul loro futuro – rileva -. Le bambine e le adolescenti, comprese quelle con disabilità, hanno il diritto all’istruzione. Impedire alle ragazze di imparare avrà conseguenze di vasta portata anche sull’economia e sul sistema sanitario del Paese». In tutto l’Afghanistan, prosegue il direttore generale Unicef, «c’è un coro di voci di ragazze che ci esortano a trovare soluzioni pratiche per la loro istruzione».

La richiesta di Russell alle autorità de facto è dunque di «permettere a tutte le ragazze di tornare a scuola con effetto immediato. Le ragazze devono avere la possibilità di continuare la loro istruzione, di proteggere la loro salute mentale e di contribuire al futuro del loro Paese».

22 marzo 2023