Volontari per il Giubileo, «piccoli sacramenti del bene»

Incontro con il cardinale Vallini per le 420 persone formate per assistere i pellegrini dell’Anno Santo. Regione Lazio: predisposti piani per ogni esigenza

Incontro con il cardinale Vallini per i 420 uomini e donne che si sono formati per assistere i pellegrini dell’Anno Santo. Regione Lazio: predisposti piani per ogni esigenza

«Siete il volto della vicinanza e dell’attenzione al prossimo. Voi siete piccoli sacramenti del bene, siete segni che realizzano vie di salvezza». Così il cardinale vicario Agostino Vallini si è rivolto, sabato 28 novembre, ai volontari del Giubileo formati dalla Regione Lazio grazie al progetto “Oltre l’accoglienza: i volontari competenti”. I 420 uomini e donne dai 18 e i 65 anni, che hanno frequentato un percorso formativo articolato in 28 ore di lezione in aula e 15 sul campo per imparare a usare il defibrillatore, fornire assistenza e primi soccorsi ai pellegrini del Giubileo soprattutto in occasione dei grandi eventi, si sono riuniti nell’Aula Fulchi dell’ospedale San Giovanni. A loro il vicario del Papa ha detto: «Siete un piccolo esercito della salute che può risolvere problemi concreti. Il Giubileo è un atto di fiducia da parte di Dio verso l’uomo, specialmente in un tempo di grande anemia spirituale, dove occorre risanare le relazioni umane, creare momenti di dialogo e confronto. In questa città – ha aggiunto, accompagnato dagli applausi della platea – il codice penale serve solo per una sparuta minoranza, la maggior parte delle persone è gente per bene, e dobbiamo dimostrarlo».

Gli ha fatto eco il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, che ha evidenziato in proposito «la necessità di costruire speranza attraverso la comunità, nonostante la fragilità del momento», mentre come la macchina organizzativa della sanità si stia attrezzando in vista del grande appuntamento ormai alle porte è stato illustrato dal responsabile della cabina di regia per la sanità del Lazio, Alessio D’Amato. «Sarà valorizzato il lavoro di chi si mette al servizio del bene comune, e in questo caso del bene “salute”. Sono stati predisposti piani per ogni esigenza, dalla dialisi per i pellegrini che ne hanno bisogno all’utilizzo degli aeroporti militari in caso di emergenza. I neovolontari, che saranno coordinati dall’Ares118, costituiranno un valore aggiunto alla nostra assistenza sanitaria».

Sul valore della formazione ha insistito il direttore del Centro di Pastorale sanitaria della diocesi, monsignor Andrea Manto: «Si tratta di un passaggio necessario per fare bene il bene, perché veicola elementi culturali di accoglienza, non solo tecniche sanitarie. Il Giubileo d’altra parte – ha aggiunto – è la modalità più alta di custodire l’umano, la vita e la dignità attraverso la bellezza, l’accoglienza, la sensibilità per l’ambiente, il perdono reciproco e l’alleanza». Ha parlato del «paradosso di Roma»  monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio catechistico del Vicariato: «n questa città non possiamo dividere i laici dai cristiani. Ogni cosa che facciamo per il Giubileo la facciamo per la città e ogni cosa che facciamo per la città la facciamo per il Giubileo».

Le file del pacifico «esercito dei volontari» includono persone neofite ed esperti, come Angelo Roberti, 53 anni, professione bancario e volontario di protezione civile dal 2001. «Da cristiano cattolico – spiega – vedo Cristo negli altri. Faccio parte anche dell’Agesci, dove sono un capo scout. Nel nostro gruppo abbiamo partecipato in otto e siamo così più preparati ad accogliere i pellegrini che arriveranno da tutto il mondo». È invece alla sua prima esperienza di volontariato Lucrezia Boccioli, 23 anni: «Ho scelto di fare la volontaria per il Giubileo perché sto per diventare ostetrica e già la mia missione è stare vicino alla gente. Questo è un ulteriore modo per dare il mio contributo a un evento importante e cercare di mettermi al servizio degli altri ancora una volta».

30 novembre 2015