Cardinali, servitori di Cristo

La Messa di Benedetto XVI in San Pietro dopo il Concistoro per i 23 nuovi porporati di Angelo Zema

L’omelia del Papa: sabato 24 novembre
L’omelia del Papa: domenica 25 novembre
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Cristo è «l’unico Signore, di fronte al quale siamo tutti fratelli. L’intera gerarchia della Chiesa, ogni carisma e ministero, tutto e tutti siamo al servizio della sua signoria». Lo ha detto, nella mattina di domenica 25 novembre, Benedetto XVI, celebrando nella basilica vaticana la Santa Messa con i 23 nuovi cardinali creati il giorno precedente. È nella croce, ha osservato il Papa, che «Cristo manifesta la sua singolare regalità», anzi si può dire che «Gesù rivela la propria gloria rimanendo lì, sulla croce, come Agnello immolato». A giudizio del Santo Padre, «la scena della crocifissione, nei quattro Vangeli, costituisce il momento della verità, in cui si squarcia il “velo del tempio” e appare il Santo dei Santi». Dunque, «in Gesù crocifisso avviene la massima rivelazione di Dio possibile in questo mondo, perché Dio è amore, e la morte in croce di Gesù è il più grande atto d’amore di tutta la storia». Poi, prima di consegnare ai nuovi membri del sacro Collegio l’anello cardinalizio, su cui è raffigurata proprio la crocifissione, Benedetto XVI ha affermato: «Questo, cari fratelli neo-cardinali, sarà sempre per voi un invito a ricordare di quale Re siete servitori, su quale trono Egli è stato innalzato e come è stato fedele fino alla fine per vincere il peccato e la morte con la forza della divina misericordia».

Nel giorno precedente il Papa aveva appunto presieduto il Concistoro ordinario pubblico per la creazione dei 23 nuovi cardinali, sei dei quali italiani. Una cerimonia ospitata nella basilica di San Pietro per le condizioni del tempo incerto. Ai nuovi porporati Benedetto XVI aveva ricordato che «non la ricerca del potere e del successo, ma l’umile dono di sé per il bene della Chiesa deve caratterizzare ogni nostro gesto ed ogni nostra parola», perché «la vera grandezza cristiana, infatti, non consiste nel dominare, ma nel servire». La cerimonia era stata segnata dal forte richiamo alla «solidarietà della Chiesa intera e verso i cristiani dell’amata terra dell’Iraq», accompagnato dall’invito «a invocare da Dio misericordioso, per tutti i popoli coinvolti, l’avvento dell’auspicata riconciliazione e della pace». Intenzioni ribadite anche dal neocardinale Leonardo Sandri, che al Papa, a nome di tutti i nuovi porporati, ha rivolto un indirizzo d’omaggio con una sottolineatura sulla fedeltà al Successore di Pietro, «sia quando si fa servitore della verità e proclama il primato di Dio, come quando guida la Chiesa nel rinnovamento che scaturisce dalla fedeltà alla tradizione; sia quando invoca la pace, indicando la grande forza della preghiera e del dialogo, come quando promuove l’unità dei cristiani e il rispetto di tutte le religioni e le culture nella reciproca esclusione di ogni genere di violenza».

Al termine, a sorpresa, Benedetto XVI si era affacciato sul sagrato per salutare i fedeli rimasti fuori: «Cari fratelli e sorelle! Benvenuti qui! Grazie per la vostra presenza, per la vostra partecipazione a questo importante evento della Chiesa cattolica, la creazione di nuovi cardinali, che riflettono l’universalità della Chiesa, la sua cattolicità. La Chiesa parla in tutte le lingue, abbraccia tutti i popoli, tutte le culture e preghiamo che il Signore benedica questi nuovi cardinali. A voi tutti auguro una buona domenica, buon ritorno! Grazie per la vostra presenza!».

Dicevamo che tra i nuovi cardinali sono sei gli italiani: nell’ordine con cui Benedetto XVI ha imposto loro la berretta cardinalizia, Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato della Città del Vaticano; Angelo Comastri, arciprete della basilica di San Pietro; Raffaele Farina, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa; Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana; Giovanni Coppa, nunzio apostolico emerito; padre Umberto Betti, rettore emerito della pontificia Università Lateranense. Tra gli altri nuovi cardinali, un altro rettore emerito di una università pontificia romana, Urbano Navarrete Cortés, spagnolo, che guidò la Gregoriana. Ora nel nuovo Collegio cardinalizio sono presenti 69 nazioni, l’Italia resta la nazione che conta il maggior numero di rappresentanti.

26 novembre 2007

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