«Da protagonisti nella comunicazione»
Il messaggio del cardinale vicario all’assemblea straordinaria della Fisc, che celebra i 40 anni di fondazione di Angelo Zema
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Il confronto con prospettive e punti di vista divergenti, che cercano di imporsi nell’attuale contesto culturale, deve vedere i comunicatori cattolici «non spettatori inermi e impauriti, ma protagonisti convinti e incisivi». Soprattutto in questa fase, di fronte a mutati scenari culturali, in cui acceso è il dibattito «sui temi fondamentali del nascere e del morire, sul rapporto tra scienza ed etica, sul valore del matrimonio e della famiglia». Lo ha sottolineato il cardinale Camillo Ruini, presidente della Cei, nel messaggio rivolto alla Federazione italiana settimanali cattolici, che celebra i 40 anni di fondazione con una tre giorni a Roma, la cui conclusione sarà sancita domani, sabato 25, dall’udienza del Santo Padre in Vaticano.
In apertura della I assemblea nazionale straordinaria, che propone in mattinata il convegno dedicato al tema “Cattolici in politica – Liberi o dispersi?”, con l’intervento di due politici cattolici, Luigi Bobba e Carlo Casini, e che nel pomeriggio vivrà l’importante momento dell’approvazione del nuovo statuto, il saluto del cardinale – che, a causa della sua assenza per una lieve influenza, è stato letto da monsignor Claudio Giuliodori, direttore dell’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali – ha evidenziato il prezioso ruolo dei settimanali diocesani, «una delle espressioni più antiche e, ancora oggi, più diffuse dell’impegno della Chiesa italiana nel campo dei media». Un ruolo cresciuto nel tempo, oggi con 162 testate aderenti alla Fisc (ultima iscritta quella di Mazara del Vallo), con progetti regionali di sinergia, «segno concreto della comunione che anima le realtà editoriali della Chiesa italiana». Lo sviluppo dei settimanali diocesani, però, afferma il cardinale, «non può restare separato dagli altri strumenti della Chiesa italiana, in particolare Avvenire, al fine di favorire una crescita comune».
La presenza di questi media è inserita dal cardinale Ruini tra i segni della vitalità dei cattolici nel nostro Paese, che portano «dentro il dibattito odierno un di più di consapevolezza circa i valori e i beni irrunciabili. Beni che tutti nella società dovrebbero saper cogliere e difendere». A questo proposito, il cardinale ricorda l’impegno dei settimanali diocesani nella campagna referendaria dello scorso anno in materia di procreazione medicalmente assistita». Un impegno per il quale, pur nelle difficoltà che la stampa attraversa, si aprono interessanti potenzialità, nell’ottica di un radicamento nel territorio, «riscoprendo e valorizzando le tradizioni locali». Con l’intento prioritario di «informare e formare l’opinione pubblica ai valori cristiani». «Sarebbe auspicabile, quindi – conclude il cardinale – che ogni singola diocesi, o più diocesi in collaborazione, possano avere il loro periodico», soddisfacendo l’esigenza dei lettori di «un’informazione libera al servizio del bene comune».
24 novembre 2006